Nicola Zingaretti (foto LaPresse)

Il Pd non vota il rinnovo della missione sulle motovedette libiche

David Allegranti

La decisione nelle carte visionate dal Foglio dopo l'assemblea di ieri

Roma. Il Pd alla fine, dopo l’assemblea di ieri, trova un accordo sul rifinanziamento delle missioni internazionali. In un documento, che il Foglio ha potuto leggere, i gruppi del Pd di Camera e Senato scrivono che “non ritengono ci siano le condizioni per rinnovare il sostegno alla missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica”, che è una delle quattro missioni internazionali di cui oggi si voterà (o non voterà) la proroga.

 

“In Libia - scrivono i gruppi del Pd di Camera e Senato - c’è un’emergenza umanitaria. Le condizioni nei centri di detenzione sono disumane come testimoniato da UNHCR. L’aggravarsi dello scontro militare tra il governo riconosciuto internazionalmente e le truppe di Haftar rende ancora più insicure e preoccupanti le condizioni di civili e migranti. Si contano 650 morti, 2.400 feriti e 90 mila sfollati solo negli ultimi tre mesi. In questa drammatica escalation la responsabilità del governo è enorme”.

  

Per affrontare le “enormi criticità presenti in Libia serve una cornice di riferimento complessiva che promuova il dialogo politico fra i diversi attori, fornisca piena copertura politica alle organizzazioni internazionali più impegnate sul fronte della tutela dei diritti umani, coinvolga i Sindaci libici per dare una prospettiva di futuro alle loro comunità con progetti di cooperazione allo sviluppo. Ma sopratutto serve una spinta straordinaria che riapra la prospettiva oggi gravemente compressa di una stabilizzazione della Libia”. Il governo Lega Cinque stelle, infatti, “ha abbandonato l’approccio integrato e ogni iniziativa politica-diplomatica avviata dagli accordi dei a guida Pd, limitando il proprio intervento in Libia a pochi spot anti-barconi. A questo si è aggiunta la scellerata propaganda riguardo alla chiusura dei porti. L’Italia oggi si trova in uno stato di isolamento preoccupante”.

 

"Non partecipiamo al voto perché non ci sono le condizioni. Tutte le iniziative, da 'Mare sicuro' a 'Sophia', alla stabilizzazione, al controllo nei campi di raccolta, soprattutto all'attività della guardia costiera libica sono state sostanzialmente abbandonate. Non c'è più vigilanza, non c'è più controllo, e quindi l'approccio integrato che si era scelto di fare con gli accordi precedentemente sottoscritti non è più rispettato", dice il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio. "La scelta del Pd di non partecipare al voto sul rinnovo degli accordi con la Libia e di rinunciare al sostegno alla guardia costiera libica è una buona notizia", dice la deputata Giuditta Pini.

Di più su questi argomenti:
  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.