Giulia Sarti (foto LaPresse)

L'ex amico di Bogdan, che rivelò al M5s i guai della Sarti. “Dissi tutto a Crimi”

Valerio Valentini

I vertici del Movimento sapevano dei guai della deputata, ma la promossero lo stesso

Roma. Se davvero, come ora Di Maio e soci vanno giurando con dichiarazioni indignate e il viso contrito, avessero voluto tutelarla, proteggerla dalla sua stessa spregiudicata faciloneria, avrebbero forse potuto evitare di affidarle un ruolo di prestigio. Del resto, i vertici del M5s sapevano bene che Giulia Sarti aveva pasticciato non poco, nel suo passato non solo privato, ma soprattutto politico. Lo sapeva di sicuro Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, che nelle prossime settimane si ritroverà a dovere giudicare la sua collega, deputata alla seconda legislatura, essendo lui – insieme a Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri – nel comitato dei garanti, ovvero l’organo di ultima istanza per quanto concerne ricorsi e provvedimenti interni al M5s, una sorta di Corte d’appello rispetto al collegio dei probiviri nella squinternata giustizia casaleggiana. “Gli dissi tutto, a Vito”, racconta al Foglio Loris, ex attivista grillino, 45enne di Cerveteri che aveva collaborato a lungo con Bogdan Tibusche, l’ex fidanzato della Sarti e da lei ingiustamente accusato di averla truffata. “Tutto: sia della divulgazione di atti riservati della commissione Antimafia sia delle videoregistrazioni in casa”. Del primo caso, avevamo già scritto nel giugno scorso. Il secondo, invece, è quello su cui da giorni si dibatte, dentro e fuori dal Parlamento. “Raccontai a Crimi – dice Loris – che la Sarti aveva delle telecamere nella sua casa romana, e una in particolare sulla televisione, quando ci incontrammo davanti al Senato”. Era metà aprile, quando questi incontri avvennero. Due mesi dopo, il M5s promuoverà la Sarti a presidente della commissione Giustizia della Camera. 

 

I contatti tra Loris e Crimi hanno inizio il 25 marzo 2018, quando il militante deluso del M5s scrive al senatore una mail: “Vorrei sottoporre alla vostra attenzione un po’ di situazioni riguardanti Giulia Sarti e Andrea, il suo ex fidanzato”. Passano poche ore, e arriva la risposta di Crimi. “Vederci non è facile ma potremmo a Roma”. Il senatore lombardo, già membro del Copasir, dimostra di non conoscere Loris – “Chi sei?” gli chiede – ma si rivela subito allarmato dall’argomento. “Come mai ha informazioni su Sarti e il suo ex fidanzato? Se riuscissi ad anticiparmi qualcosa sarebbe meglio”. Loris risponde, allusivo, dicendo di avere “informazioni che tengono sul filo del rasoio Giulia”, e Crimi conferma di volerlo vedere: “Ok. Parliamone de visu. Fammi sapere quando puoi e organizziamo”. Le conversazioni proseguono finché alla fine i due s’incontrano. “Si trattò – ci aveva confermato Crimi a giugno – di due brevi colloqui in un bar davanti al Senato”. Due colloqui che avvengono il 3 e il 14 aprile, nel bel mezzo delle trattative per la formazione del governo, quando Crimi è presidente della commissione speciale a Palazzo Madama.

 

Insomma, il senatore deve prendere molto sul serio il suo interlocutore. E in effetti in quei colloqui Loris lo informa di due questioni delicate. La prima, che il Foglio raccontò lo scorso giugno (proprio il giorno prima della nomina della Sarti a presidente della commissione Giustizia) ha a che fare con dei documenti “riservati” che la Sarti, esponente della commissione Antimafia, aveva portato a casa nel corso della scorsa legislatura e che Bogdan Tibusche, nell’agosto 2017, aveva fotografato e divulgato via Telegram, inviandoli ad ex collaboratori di Social Tv, il blog filogrillino che Tibusche gestisce. “Poi gli parlai anche della telecamera che la Sarti teneva sulla tv del suo appartamento romano, feci presente che era ricattabile”, racconta Loris. Il quale era stato informato della decisione della deputata di “mettere una telecamera grande davanti al letto e collegarla alla tv” dallo stesso Tibusche, che lo aveva ragguagliato via Telegram il 18 febbraio, allo scoppio del caso “rimborsopoli” che aveva coinvolto anche la Sarti (le chat mostrate dalle Iene, martedì scorso, sono quelle di Loris). E Crimi come reagì? “Mi disse che avrebbe informato i vertici del M5s”, ricorda Loris. E in effetti, il sottosegretario si attivò, almeno su una delle due questioni, stando a quanto ci disse la Sarti. “Vito mi contattò e insieme andammo all’archivio della commissione Antimafia, dove capimmo di che documenti si trattasse”, per poi scoprire che quello diffuso da Tibusche era “materiale non così delicato”. Quanto all’altra questione di cui – apprendiamo ora da Loris – si parlò in quegli incontri davanti al Senato, e cioè quella delle videoregistrazioni effettuate all’insaputa degli ospiti, non sappiamo se e come Crimi si comportò. Glielo avremmo chiesto giovedì. Ma, più volte contattato, non ci ha risposto.