Gabriele Toccafondi (foto Imagoeconomica)

Toccafondi spiega perché i Cinque stelle sono uguali ai terrapiattisti

David Allegranti

L’ex sottosegretario all’Istruzione, oggi deputato: “Nardella ha ragione, bisogna scendere in piazza. Twitter non basta più”

Roma. Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino eletto in quota Civica Popolare, già sottosegretario all’Istruzione, già Forza Italia e adesso animatore di movimenti civici a Firenze, dice che “bisogna scendere in piazza contro i terrapiattisti a Cinque stelle”. L’appello di Dario Nardella rivolto alla società civile e alle categorie economiche per manifestare a favore dello sviluppo e delle infrastrutture lo convince. “Bisogna prendere atto che rischia di vincere il rancore. Se stiamo sui vecchi schemi di destra e sinistra, dei vecchi partiti, rischiamo di fare la fine del 4 marzo o del 4 dicembre. Dunque, bisogna cambiare registro: twittare e fare comunicati stampa non basta, dobbiamo avere il coraggio di scendere in piazza e stare nell’agone, spiegando le nostre ragioni”. Poi, aggiunge Toccafondi, “non è detto che debba essere per forza una cosa come Torino, possiamo organizzare un’assemblea, una riunione, un comitato. Certo è che non basta dire ‘evviva le infrastrutture’ o spiegare che senza l’alta velocità, senza l’aeroporto e senza le linee della tramvia Firenze muore di rendita e che ha bisogno di essere collegata al resto del mondo”. Il punto è che i tempi sono cambiati, “prima bastava spiegare le cose in modo ragionevole e razionale e i voti arrivavano, adesso non è più sufficiente. Anche perché dall’altra parte c’è chi teorizza, un po’ come i terrapiattisti, cose che non esistono. E fra le teorie dei Cinque stelle sull’aeroporto di Firenze c’è la cancellazione di 5 anni di delibere, di decisioni, di autorizzazioni di ben due ministeri. Ora teorizzano che lo scalo non sia sicuro, teorizzano la terza pista a Pisa da fare nel parco di San Rossore. Teorizzano che da Firenze a Pisa si possa arrivare con un treno veloce ma non spiegano che la nuova linea costerebbe 2 miliardi di euro. Non spiegano che in 30 minuti la stazione di Firenze è collegata a quella di Bologna e che con altri dieci minuti arrivi dentro l’aeroporto”. Insomma, dice Toccafondi, “teorizzano molto, sono cintura nera di teoria. Hanno pure proposto di allungare l’attuale pista di Peretola portandola da 1.700 metri a 2.400 metri con l’interramento dell’autostrada, entrando quindi direttamente nelle case della gente. Vogliono rifare il piano nazionale degli aeroporti deliberato 3 anni fa, ripartire con la conformità urbanistica (servirebbero 5 anni), ripartire da zero con la valutazione di impatto ambientale (altri 5 anni), rifare la conferenza dei servizi (altri 5 anni). Insomma, è gente che crede alla terra piatta e pensano che tutto quello fatto fino a oggi non conti nulla. Per questo bisogna scendere in piazza. Ma per farlo non bastano i partiti e neanche le coalizioni. La mobilitazione serve per Firenze ma anche per tutto il paese”.

 

Naturalmente, osserva Toccafondi, il problema non sono solo i Cinque stelle. C’è anche la Lega. “Insieme ai terrapiattisti ci sono anche coloro che ci governano insieme, che pur non credendo che la terra sia piatta sostengono di fatto queste teorie. La Lega è altalenante. C’è la teoria di Susanna Ceccardi, che dice che Firenze ha avuto troppo e dice adesso puntiamo su Pisa, ma la politica non si fa con i campanili o cercando rivalsa sul capoluogo. Poi c’è una parte più responsabile, fatta da Armando Siri, Guglielmo Picchi o Manuel Vescovi, che dice le cose che per vent’anni ha detto il centrodestra e cioè che le infrastrutture sono il pane di questa regione. Firenze ha bisogno di un aeroporto vero e queste altalene non fanno bene alla città. La Lega deve decidere da che parte stare. Per ora registro che ha abbandonato le sue bandiere”. E il suo vecchio partito, Forza Italia, che a livello locale è in coalizione con la Lega? “Sta a guardare. Qualche grido di dolore si alza, ma niente più. Paradossalmente si sono invertite le parti. A dire ‘no’ un tempo era il centrosinistra, bloccato sulla ‘bella Toscana’ da non toccare”.

 

Quel centrosinistra di retroguardia, peraltro, rischia di tornare. “Vedo che c’è una parte del Pd che teorizza un avvicinamento ai Cinque stelle. Non capisco come si possa ipotizzare una cosa del genere. Da non renziano, ho apprezzato molto che dopo il 4 marzo Renzi abbia cercato di stoppare il tentativo di fare un governo fra Pd e Cinque stelle. Dopo 7-8 mesi di governo che ci sia ancora qualcuno che pensi a un dialogo del genere è incredibile. Che ci sia Di Maio o Fico è la stessa cosa, pari sono. Ecco, con un Pd così io non vorrei mai averci a che fare”. E l’anno prossimo a Firenze ci sono le elezioni, il centrosinistra avrà bisogno anche del sostegno di Toccafondi.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.