Da No Tap a Sì Tap. La parabola triste del M5s in Puglia

La luna di miele tra i grillini e la Puglia sembra finita. "Se fanno il gasdotto mandiamo il nostro esercito" sbraitava Grillo. "La blocchiamo in due settimane", ribatteva Di Battista. E invece gli è andata storta

Enrico Cicchetti

"Se loro vorranno fare il gasdotto in Puglia con l'esercito, noi ci metteremo il nostro di esercito" sbraitava Beppe Grillo. "Con il M5s al governo la Tap la blocchiamo in due settimane", gli faceva eco Alessandro Di Battista. "Un'opera che non presenta alcuna ricaduta né occupazionale, né di sviluppo, né di prestigio", diceva ancora Barbara Lezzi, ministro per il Sud. Le stessa che ieri si è dovuta presentare davanti a Palazzo Chigi per dire che invece la Tap tocca farla. Il matrimonio tra il Movimento 5 stelle e la Puglia, terza regione per consensi ai grillini dopo Campania e Sicilia alle ultime elezioni, sembra andare incontro a una profonda crisi di fiducia ora che i rappresentanti eletti ritrattano le loro promesse.

 

Era già successo con Ilva e oggi la storia si ripete con il gasdotto pugliese su cui il governo prende tempo, lasciando intendere di non poterlo bloccare. Si intravede la consunzione di un metodo fallace della ricerca del consenso attraverso l'opposizione a opere e industrie essenziali che era sostenuto anche dal governatore pugliese Michele Emiliano del Pd in perfetta sintonia con il M5s.

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