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Motti di spirito e rivoluzione

Letto ieri Marx e il lustrascarpe, un amico mi spedisce una battuta anni trenta

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I motti di spirito sono come le ciliegie, l’uno tira l’altro. Così, letto ieri Marx e il lustrascarpe, il mio amico erede della più illustre combinazione di spirito mi spedisce la storia. Metà anni trenta. Prigione polacca. Cella dei comunisti. Un secondino bonario chiede ai detenuti: tu dopo la rivoluzione che cosa vuoi diventare? Uno dice: preside di scuola dei bambini comunisti. Un altro: organizzatore dei soviet dei lavoratori. Un terzo, uno che in cella si faceva i fatti suoi: “Io, dopo la rivoluzione, voglio fare il secondino come te”. 

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