Elsa Morante (archivio LaPresse) 

piccola posta

Conversazione con Elsa Morante

Adriano Sofri

"Penso che Dio è la natura, e che alla natura appartiene l’uomo che ha espresso più mirabilmente questa divinità che è di tutto, Cristo. Penso che ora gli uomini hanno perso lo Spirito Santo". Così la scrittrice

Io ho una tessitrice, dice Elsa, e Saba aveva una stiratrice: ma non bella come Randi. Non ho mai amato me, dice, i miei libri sì. 

Da piccola con la mia amica ho raccolto funghi, e li abbiamo mangiati con lo zucchero. Qualche santo deve averci protetto. 

All’esame per la patente mi dissero che sarei diventata cieca, e da allora non uscii più, tanta paura ebbi di non riuscire a finire la Storia.

 

“Si può trattare un corpo vecchio come un vecchio albero, che si accarezza”. Lo diceva anche Leopardi, ma io non voglio nessuna carezza. Io voglio morire, e andare dove sarà, al Purgatorio. Se non fosse stato per Lucia ci sarei già. Forse ho fatto un’esperienza della morte.

Le donne mi invidiano. Io non mi sono mai piaciuta. Mi piacevano i ragazzi, mi facevo bella, ma per loro, non per me. Non mi volevo bene. 

La città più bella è Firenze, Perugia soprattutto, percorsa a piedi, Venezia. Quando vidi Venezia pensai: io da qui non me ne posso andare più. Avevo 100 lire e decisi di giocarle, avevo in testa il numero 21, uscì davvero, vinsi 3.600 lire e restai a Venezia per un mese. 

Penso che Dio è la natura, e che alla natura appartiene l’uomo che ha espresso più mirabilmente questa divinità che è di tutto, Cristo. Penso che ora gli uomini hanno perso lo Spirito Santo. Chissà se si è estinto, o è nascosto. Il fatto che io e te ne parliamo ora potrebbe far sperare che si sia nascosto.

Avevo una donna tedesca che per non farsi insultare si faceva passare per ebrea. 

Anna Magnani era fantastica, una grandissima attrice, ma non capiva niente dei testi. Le hanno fatto fare “La lupa”, e non “Madre Coraggio” (io comunque non amo Brecht) che le calzava. Voleva che scrivessi una cosa per lei, e l’avrei fatto volentieri, ma sapevo che poi non l’avrebbe recitato. Alla fine soffriva di aver perduto un po’ di popolarità, e voleva sempre andare in quegli orrendi bar di via Veneto dove si viene fotografati, così smettemmo di passare insieme le sere. 

L’unico grande desiderio che ho è di riavere una gatta siamese. 

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