Dal profilo twitter nella nazionale femminile norvegese di pallamano  

piccola posta

Quando il bikini è d'obbligo

Adriano Sofri

Il paradosso delle atlete norvegesi, che non si sono piegate all'abbigliamento inutilmente sessualizzante ma sono state multate dalla Federazione internazionale della pallamano

Fino a ieri non sapevo niente della pallamano da spiaggia. Oggi non ne so molto di più. Però, dopo anni di diatribe dalle implicazioni moralmente e fisicamente micidiali su velo islamico e hijab e niqab e burka eccetera, una vertenza internazionale sulla tenuta delle giocatrici di pallamano non era solo una notizia “curiosa”, come avevo sentito dai telegiornali. Le giocatrici norvegesi hanno scelto una partita contro la nazionale spagnola per scendere in campo, invece che con il regolamentare bikini con slip succinto dalla “vestibilità aderente”, con un due pezzi di top e pantaloncini. “Non consoni”. E la federazione internazionale pertinente ha deciso di essere indulgente e, invece di squalificarle (!) si è limitata a multarle per 1500 euro. I giornali sono stati prodighi di fotografie, com’era da aspettarsi. Hanno pubblicato anche, in confronto, le foto delle squadre maschili, con canottiere integrali e calzoncini, castigati. La Federazione norvegese ha replicato con il seguente comunicato: “Siamo molto orgogliosi di queste ragazze che durante i Campionati Europei hanno alzato la voce e hanno annunciato che il troppo è troppo! Noi vi sosteniamo. Insieme continueremo a batterci per cambiare le regole dell’abbigliamento”. 

 

Postilla. Fra le notizie che ho appreso nell’occasione di una avrei fatto a meno: fautore del gioco e della sua introduzione olimpica fu il capo del nazismo. La bella notizia è che fra le antenate del gioco si possono annoverare due delle giovani atlete “in bikini” negli splendidi mosaici della Villa del Casale di Piazza Armerina. Quando la tenuta fu reinventata, nell’immediato dopoguerra, il suo creatore la chiamò così per l’atollo omonimo nell’oceano Pacifico, scelto dagli americani come poligono atomico e nucleare. Intendeva, quel sarto, che l’effetto del suo costume sarebbe stato esplosivo. Quando i mosaici venivano portati alla luce, negli anni ‘50 del secolo scorso, i bikini stavano deflagrando sulle spiagge, e facendo scandalo. Ancora un piccolo sforzo, e siamo arrivati alla contravvenzione ai pantaloncini elastici delle ragazze norvegesi, troppo castigati.

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