Cenotafio di Goffredo Mameli al cimitero del Verano di Roma (Wikipedia) 

piccola posta

L'inno di Mameli, che commuoveva anche gli internazionalisti

Adriano Sofri

Il militante sessantottino Sergio Gattai lo confessò ai compagni di lotta e furono tutti d'accordo. E non importa la cattiva retorica: c'è in tutti gli inni nazionali e non ha senso prenderli alla lettera

L’inno di Mameli ha passato tanti di quei guai che lo si può considerare al sicuro. Composto nel 1847, è diventato definitivamente inno nazionale solo nel 2017. La sua cattiva retorica è secondaria, gli inni nazionali sono retorici e non ha senso prenderli alla lettera. Come i dieci comandamenti, del resto, che hanno quel pensiero fisso della donna d’altri. Caso mai, dell’inno di Mameli il rischio vero è sempre stato nel trasloco di una o, da stringiamci a coorte a stringiamoci a corte, che basta a precipitare un manipolo di combattenti romano-repubblicani in un popolo di cortigiani. Certo, sostiene che “siam pronti alla morte”, ma l’autore del testo, Goffredo Mameli, giacobino, repubblicano, mazziniano, non aveva ancora vent’anni quando lo scrisse, e ne aveva ventuno quando morì davvero battendosi per la difesa della Repubblica romana.

 

Il generale Figliuolo lo ha citato, ma la cosa non depone a suo sfavore, né a sfavore dell’inno. Giuseppe Garibaldi, un generale in divisa (camicia rossa da operaio del mattatoio di Montevideo) abbandonò Roma nel 1849, dopo la difesa gloriosa, ritto, a cavallo, mentre il sol dileguava, canticchiando e fischiettando l’inno di Mameli e Novaro. E anche i nostri calciatori, oriundi compresi, anzi di più, si mettono una mano sul cuore e si ricantano pronti alla morte, anche loro in divisa, azzurra. Correva il 1968 quando il giovane Sergio Gattai, pisano, militante rigorosamente internazionalista, prese in disparte i più fidati dei suoi compagni di lotta e, rosso in viso, confessò: “Io però, quando alle partite della Nazionale sento cantare l’inno di Mameli, mi viene la pelle d’oca”: ottenne piena e solidale comprensione. A lui sia dedicata questa piccola posta.