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Piccola Posta

Nicio Eritreo, riformatore nascosto. Dalla Bibilioteca nazionale all'Azerbaijan

Adriano Sofri

Un piccolo meraviglioso esempio di quale enorme vantaggio abbia oggi il desiderio di ricerca e di conoscenza, quando si abbina alla tecnologia

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Si torna su certi libri con la curiosità affettuosa con cui si torna in vecchi luoghi, preoccupati di trovarli piccoli. L’ho appena fatto con la riedizione degli “Utopisti e riformatori italiani. 1794-1847” di Delio Cantimori (1904-1966), appena uscita, quasi ottant’anni dopo la prima, a cura di Lucio Biasiori e Francesco Torchiani e prefazione di Adriano Prosperi (Donzelli, pp. 274). Ci tornerò, ma intanto voglio segnalare un dettaglio. Cantimori scriveva negli anni della guerra, quando la frequentazione di biblioteche e archivi era difficile, e impossibile all’estero; e anche con un’urgenza di pubblicare per ragioni di accademia. Nel capitolo dedicato allo spettro egualitario della legge agraria e al più misterioso dei personaggi studiati, “Nicio Eritreo” – siamo a Roma fra i giacobini del 1798 – Cantimori accenna in nota alla “estrema rarità” dei due libelli di quell’autore: il “Dell’uomo”, in una sola copia alla Biblioteca dell’Istituto storico per l’Età moderna e contemporanea, e la “Grammatica repubblicana”, in due copie, nello stesso istituto e alla Biblioteca nazionale romana.

 

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Sono andato su Google a vedere se nel frattempo l’identificazione del riformatore nascosto sotto lo pseudonimo di Nicio Eritreo fosse progredita, e invece mi sono subito imbattuto nella riproduzione (“gratis”) della “Grammatica repubblicana”, quella della Biblioteca nazionale, “digitalizzata il 16 dicembre 2015”. Stavo appena riflettendo alla differenza fra gli antichi e i moderni, noi l’altroieri e noi oggi, il tempo di guerra e il tempo di pandemia, ed ecco che ho trovato un’altra riproduzione integrale della “Grammatica repubblicana” nell’edizione originale, in un sito straniero che ho scambiato per turco, ma con una grafia che comprende lo (ora famoso per ragioni di genere) scevà: (Ə). È un sito azero.

 

Dunque uno studioso azero può oggi studiare a Baku o a Tbilisi o a Tabriz i programmi di Nicio Eritreo – Repubblica, tolleranza religiosa, abolizione della pena di morte e della tortura, giuramento di odio alla tirannide, libertà di satira, e liquidazione del “maggiore di tutti i disordini, cioè la Ineguaglianza fra gli uomini”. Questo piccolo meraviglioso esempio può mostrare quale enorme vantaggio abbia oggi il desiderio di ricerca e di conoscenza. E spingere a interrogarsi, oltre che sulla colossale crescita dell’Ineguaglianza fra gli umani, sulla distanza fra una pagina di guerra di Cantimori e cento di questi giorni.

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