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Piccola Posta

Viva Deaglio, l'americano di fiducia per l'ora più buia

Adriano Sofri

Già mercoledì Enrico Deaglio sosteneva che Biden stava vincendo nettamente e che il voto per posta era stata una lungimirante strategia innovatrice. Ora non resta che promuoverlo: è il nostro "americano di fiducia"

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Enrico Deaglio, che è da sempre il mio medico di fiducia, è anche il mio americanista di fiducia – alla lunga è diventato direttamente americano. Il mio americano di fiducia. La notte fra martedì e mercoledì ero pressoché rassegnato a che Trump vincesse, e soprattutto disgustato, di quel peculiare disgusto dell’universo e di sé che solo certi risultati elettorali possono dare a gente della vecchia generazione.

 

Enrico Deaglio sosteneva che l’elezione era andata secondo le migliori aspettative, che Biden stava vincendo nettamente, e che la campagna imperniata sul voto anticipato e per posta era stata una lungimirante strategia innovatrice. Ero lì lì per revocargli la fiducia.

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Ieri Deaglio ha pubblicato su Domani un brillante articolo intitolato “Altro che social, sono i postini che hanno salvato la democrazia”, ripercorrendo la storia americana attraverso Tocqueville e i pony express e i postini che suonano sempre due volte e i successivi servizi postali fino alle mail e ai portalettere di oggi, concludendo che a) la blue wave c’è stata davvero, ed è stata un’onda lunga; b) che più gente vota, più vincono i buoni.

 

Posso testimoniare che mi aveva già rivelato tutto, Pennsylvania compresa, conclusioni comprese, nell’ora che a me sembrava la più buia. Com’è bello non capire che cosa succede, a volte. Vi ricordate quando ci mangiavamo le mani e il resto perché Hillary Clinton aveva preso due milioni di voti più di Trump invano? Be’, Biden ne ha presi 8 milioni più di Trump, e ha pure vinto.

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