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La persecuzione dell'elemosina e sant’Agostino

Adriano Sofri

La “guerra ai questuanti” del comune di Alessandria, i precedenti, la Corte Costituzionale e la questione dei “veri poveri”

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Ho frequentato poco Alessandria e me ne sono fatto un’idea, come succede, dalle persone che ho conosciuto e le erano legate, come Umberto Eco o Regina Pozzi (che era di Valenza, ma ad Alessandria aveva studiato). Una gran bella idea, dunque. Mi aveva colpito l’altro giorno una cronaca sulla “guerra ai questuanti” dichiarata da quel Comune, e da un dettaglio soprattutto: un emendamento del regolamento cittadino che autorizzasse la “confisca” delle elemosine. Una rapina, nel linguaggio degli umani. Poi mi è sembrato di ricostruire che la cosa sia illecita e decretata tale dalla Corte Costituzionale, ma intanto avevo frugato un po’ in rete e mi ero accorto che era addirittura già praticata altrove, con un notevole sprezzo della legge e del ridicolo. Ecco per esempio un brano che riguarda Varese: “…Le pattuglie operative sul territorio vengono utilizzate per accompagnare in comando gli uomini e donne (mediamente 4 o 5 ogni volta) impegnate nella questua agli incroci. Così si procede a un’identificazione completa oltre che al sequestro di quanto raccolto, come previsto dal vigente regolamento comunale… Mediamente, le tre o quattro persone accompagnate hanno incassi di una decina di euro a testa e questa è la somma che viene sequestrata per la successiva confisca”. (Dunque si può perquisire i mendicanti in un comando di vigili alla ricerca dei loro spiccioli?)

 

Tornerò sul repertorio e sulla contabilità degli incassi. Osservo intanto che la questione della mendicità – dell’accattonaggio, se vi piace di più, cioè dei poveri – il vero mestiere più antico del mondo, ritiene sempre di trovare una sua “emergenza” a giustificare la repressione esemplare: di volta in volta gli zingari, i drogati, i lavavetri polacchi, i senegalesi ai carrelli del supermarket, i neri… “Non sono veri poveri”, è la sentenza: immagino che chi la pronuncia sia prodigo di carità nei confronti dei pensionati italiani che guardano vergognosi nei cassonetti. Einaudi ha appena pubblicato il libro di Peter Brown, “Il riscatto dell’anima. Aldilà e ricchezza nel primo cristianesimo occidentale”. Vi si spiega come l’elemosina propugnata da sant’Agostino e colleghi era un investimento in cielo, la rinunzia a una parte dei propri beni terreni per acquistarsi un tesoro nell’aldilà. Un affare. La persecuzione dell’elemosina e l’auge della beneficenza all’ingrosso sono altrettanti sintomi dell’evanescenza dell’aldilà ai nostri giorni. In senso stretto, quello che va aldilà del proprio recinto. Delle proprie tasche.

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