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Una ninna nanna in ospedale

Adriano Sofri
Dedico la più bella storia che mi sia successa negli ultimi giorni a pazienti e sanitari di Amatrice che si sono visti crollare l’ospedale addosso. Ero nel mio letto all’ospedale fiorentino SS. Annunziata.
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Dedico la più bella storia che mi sia successa negli ultimi giorni a pazienti e sanitari di Amatrice che si sono visti crollare l’ospedale addosso. Ero nel mio letto all’ospedale fiorentino SS. Annunziata quando, a tarda notte, hanno portato al letto accanto un anziano signore appena operato. Non ancora del tutto sveglio dall’anestesia, gridava e gemeva dal dolore. Dietro di lui è venuta sua moglie, una piccola donna, anziana anche lei. Lui continuava a lamentarsi, lei gli diceva piano: “Dormi, dormi!”. E’ andata avanti così a lungo, lui che gridava lei che ripeteva dolcemente: Dormi! Lei ha smesso per un po’, poi deve aver avuto un’idea. Allora ha cominciato, sempre in un tono basso e dolce: “Ninna oh ninna oh, il bambino si addormentò, si addormenta nella culla, la sua mamma lo trastulla”. E’ andata avanti così per non so quanto, un’ora forse, senza mai interrompersi, cantava bene, chissà con quanti figli e nipoti l’avrà fatto. Piano piano è riuscita a trasformare gli urli di dolore in un lamento sempre più fievole. E’ riuscita anche un poco con me e il dolore mio. Così, l’anziana piccola signora che cullava il suo vecchio uomo mi ha fatto pensare al furto segreto di uno che cerca di dormire con la ninna nanna altrui.
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