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Elogio per Camurri e Zaccagnini

Adriano Sofri
Suddito di orari sempre più volubili, sono spesso sveglio anche dopo che Massimo Bordin ha finito la sua rassegna, e passo su Radio 3. Vorrei dunque recensire con entusiasmo la gag fra Edoardo Camurri in uscita da Pagina Tre e Guido Zaccagnini in entrata di Primo movimento. Camurri non è una scopert
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Suddito di orari sempre più volubili, sono spesso sveglio anche dopo che Massimo Bordin ha finito la sua rassegna, e passo su Radio 3. Vorrei dunque recensire con entusiasmo la gag fra Edoardo Camurri in uscita da Pagina Tre e Guido Zaccagnini in entrata di Primo movimento. Camurri non è una scoperta: chi non lo saluterebbe gridando Evviva Evviva o Buongiorno Buongiorno in una pasticceria siciliana di Testaccio? (Una volta o l’altra voglio incontrarlo di sera, e spiazzarlo). La rivelazione, almeno per me, è Zaccagnini, che Camurri ha estratto da una professionale illustrazione di didascalie musicali per farne un brillante fantasista. E’ come quando uno, riluttante a salire sul palco, poi tira fuori una moneta dal proprio orecchio e una colomba dal vostro naso. Ieri un’ascoltatrice, prontamente citata, ha invocato una rapida fine al duetto dei nostri: il mio elogio valga almeno a compensare l’impazienza della signora. Zaccagnini ha assicurato che la sua conduzione scade a Natale, dunque il numero fra i due finisce, com’è giusto, perché ogni bel gioco dura poco. Ma è stato un piacere. 
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