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Luigi Zanzi, alpinista e filosofo

Adriano Sofri
Avevo scritto qui altre volte di Luigi Zanzi e delle sue straordinarie doti di uomo e studioso.
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Avevo scritto qui altre volte di Luigi Zanzi e delle sue straordinarie doti di uomo e studioso. Ho fatto amicizia con lui in un modo singolare: ero tornato a leggere cose su Machiavelli, per scrivere un libro, e mi erano piaciuti molto degli antichi saggi di Zanzi su Machiavelli e la Svizzera, oltre che sul metodo “medico” del segretario fiorentino. Quando mi ripromettevo di cercare l’autore, un amico comune, Loris Lombardini, mi chiamò per dirmi che avrebbe voluto farmi conoscere quel formidabile alpinista e storico e filosofo della montagna! Erano solo due delle specializzazioni di Zanzi, che non avrebbe smesso di stupirmi per la quantità di competenze serie e di esperienze che accumulava, compresa la politica professata da federalista europeo e poi da amministratore locale nella sua Varese; e l’avvocatura, l’insegnamento universitario, la passione naturalista, la collaborazione con Prigogyne, e i viaggi, le imprese col suo caro amico Reinhold Messner, la produzione prodigiosa di libri – su Machiavelli era tornato l’anno scorso, con un poderoso volume del Mulino dedicato al metodo machiavelliano modellato sulle discipline mediche e scientifiche. Ero molto più scettico di lui sulla politica come scienza, ma lui compensava la fiducia teorica con una scontrosa franchezza critica nei confronti della politica praticata a vanvera. Scorrendo l'elenco dei suoi titoli restereste sbalorditi dalla quantità e soprattutto dalla varietà degli interessi. Tra quelli che ho letto ho amato soprattutto quelli sui Walser (scritti anche con Enrico Rizzi) e il Monte Rosa. L’ultimo mi era arrivato appena pochi giorni fa, con la solita dedica affettuosa e austera insieme. Era severamente malato da tempo, e sembrava che la malattia lo spingesse a moltiplicare l’impegno di studio e civile. E’ morto il 30 maggio, a 77 anni. Marco Boato, anche lui amico comune, mi ha raccontato la partecipazione al funerale, vasta e varia come le vite di Zanzi. Non avrei potuto esserci, e del resto Luigi Zanzi e io siamo stati due amici che non si sono mai incontrati personalmente. Abbiamo rinviato.
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