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Circonciso

Stefano Di Michele
Come ad Alighiero Noschese, in uno spot di molti anni fa: “Vitaccia cavallina, mi scappa sempre la parolina!”.
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CIRCONCISO. Come ad Alighiero Noschese, in uno spot di molti anni fa: “Vitaccia cavallina, mi scappa sempre la parolina!”. Adesso è la volta di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, che nel tentativo di rendere un po’ più incisiva una soporifera conferenza stampa sulla scuola, a un certo punto è intervenuto, riassumendo i fatti, “per essere giornalisticamente circoncisi” – cosa temeraria, ma sempre possibile. L’anno scorso era capitato a un deputato grillino, nell’aula di Montecitorio: “Presidente, breve e circonciso…”. Mica è una novità, poi, questo ripetuto tentativo di essere “circoncisi”. Tradizione consolidata, piuttosto, si potrebbe dire. Testimonianze straordinarie si trovano in quel divertente, vecchio volume di Guido Quaranta, “Scusatemi, ho il patè d’animo” (Rizzoli, 1992), che raccoglieva le più meravigliose gaffe di onorevoli e ministri – “il fior da fiore delle imbecillità dei politici”, era infatti il significativo sottotitolo. E tra “Sono felice di tornare nel luogo che mi ha dato i genitali” a “Il mio partito ha raccolto i bisogni della gente”, da “Il bagagliaio delle idee” a “Darò il mio voto obstorto collo”, da “Arrivo in ritardo perché sono stato in ospedale al capezzolo di mia moglie” a “Non mi telefonate a casa nel primo pomeriggio, svegliereste la mia signora che a quell’ora schiaccia un pisellino”, ecco che a un certo punto figura, meravigliosamente appaiato all’avvertimento “Non pestiamo l’acqua nel mestolo!”, un certo capogruppo del Pci alla Provincia di Bologna fa presente: “Sarò breve, anzi circonciso”. Perciò, si tratta solo del felicissimo ritorno di un classico: proprio quando non è davvero possibile essere solo concisi.
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