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DITO

Stefano Di Michele
Medio. Quello del ministro ellenico delle Finanze, quel gran piacione di Varoufakis – levato in alto, nei confronti della Germania. Macché, era una cazzata aggiustata
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DITO. Medio. Quello del ministro ellenico delle Finanze, quel gran piacione di Varoufakis – levato in alto, nei confronti della Germania. Macché, era una cazzata aggiustata – manco di cazzate autentiche non ce ne fossero già abbastanza in circolazione –  da parte del presentatore di un talkshow, “Neo Magazine Royale”, sulla tivvù tedesca Zdf. Dicono trattasi di show satirico, e allora ci può anche stare. O forse no, boh. Chiedessero a Ricci e a “Striscia la notizia”. “Non lo faremo più”, ha comunque detto il conduttore. Figurarsi, ormai il dito medio alzato ci può benissimo stare – da quello di molti politici alla famosa scultura di Cattelan, nota appunto come “dito di” a Piazza Affari, a Milano. Ormai, è poco più di un cordiale “ciao ciao”. Se poi è la tenzone con i tedeschi della Merkel che preoccupa, allora ben più temerario del ministro Varoufakis risulta il cinquestellato Di Battista – per quelli più in confidenza, il Diba – che ha temerariamente evidenziato come “dobbiamo staccarci dal nazismo centrale di Germania”. Altro che dito medio. La Merkel pare molto impressionata: ha ordinato di rafforzare le difese delle parti del Tirolo.
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