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Il teoretico Gasperini fa girare i maroni ai Bauscia

Maurizio Crippa
La classe operaia di Grugliasco ha sempre il suo perché. Ma guai a dare di classe operaia a Gian Piero Gasperini, perché lui è un teoretico e tale si sente, 3-4-3 e gioco fluido, sorride sempre ma ha un caratterino peperino e quando gli dicono che è un allenatore da medio-piccole di solito mette un dito nell’occhio.
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La classe operaia di Grugliasco ha sempre il suo perché. Ma guai a dare di classe operaia a Gian Piero Gasperini, perché lui è un teoretico e tale si sente, 3-4-3 e gioco fluido, sorride sempre ma ha un caratterino peperino e quando gli dicono che è un allenatore da medio-piccole di solito mette un dito nell’occhio. L’ultima volta che gliel’hanno detto era all’Inter, non gli hanno dato manco il tempo di cominciare, perché voleva la difesa a tre e Rodrigo Palacio. L’hanno cacciato, e poi hanno comprato Palacio. (Per altro, da allora la difesa non s’è mai più capito sei sia a tre, quattro a groviera). Lui non è che se la sia legata al dito. Ma da allora ha incrociato i Bauscia quattro volte, ha vinto lui quattro volte. Così adesso, una dozzina di allenatori dopo, e dopo aver ammazzato anche De Boer, mentre i Buscia arrancano sui pioli della classifica bassa, ritrovare il teoretico di Grugliasco quarto in classifica, con una banda di ragazzi di bellissime speranze, un gioco che è un martello e la maglia pure quella nera e azzurra, ma dell’Atalanta, è proprio bello. Cosi bello che fa girare i maroni. Ma bravo Gasp, viva Gasp.
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