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Molly's Games

<p>&nbsp;La recensione del film di Aaron Sorkin, con Jessica Chastain, Kevin Costner, Idris Elba, Michael Cera, Jeremy Strong</p>

Mariarosa Mancuso
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Donne senza lagna, prima puntata. Succede, in un film scritto (e il primo diretto, senza errori e lungaggini) da Aaron Sorkin. Credenziali: la serie “West Wing - Tutti gli uomini del presidente” e il film “The Social Network” (dopo la testimonianza di Mark Zuckerberg al congresso, urge richiamare David Fincher e Jesse Eisenberg per lo spin off intitolato “Il mio primo giorno con la cravatta”). Per mettere un po’ d’ordine: “Molly’s Game” è l’ultimo film obbligatorio nel programma di questa stagione peraltro ricca di soddisfazioni. Gli altri erano “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, “La forma dell’acqua”, “The Party”, “The Disaster Artist”, “Un sogno chiamato Florida” (per chi non si scompone davanti alle novità, anche “Black Panther” e “Ready Player One”, il tuffo di Steven Spielberg nella realtà virtuale).

  

Sono in arrivo, prima della miseria estiva e al netto delle sorprese di Cannes 2018, “L’isola dei cani” di Wes Anderson e “La truffa dei Logan” di Steven Soderbergh – quanto a “Loro” by Paolo Sorrentino, lo si dovrà vedere, se non per amore, almeno per non sfigurare in società. “Molly’s Game” è una gran bella storia raccontata benissimo, con irresistibili raffiche di parole dentro e fuori campo. Manovrate da un maestro, non per pigra scorciatoia o incapacità a tratteggiare i personaggi. Jessica Chastain è una fantastica e determinata Molly Bloom – nome vero, anche se tutti pensano l’abbia rubato all’“Ulisse” di James Joyce (con questo nome firma il suo memoir, che nella vicenda ha un ruolo non secondario, l’editore è Rizzoli). Ha dovuto abbandonare le gare di sci per un brutto incidente, si ritrova a Los Angeles. Il lavoro non sarebbe granché, ma come fringe benefit – da brava ragazza sveglia – impara a organizzare partite di poker clandestine, e presto si mette in proprio. Giocavano al suo tavolo registi e attori famosi – da Leonardo DiCaprio a Ben Affleck a Matt Damon – e i polli che amavano farsi spennare dalle celebrità. Gente che poteva perdere cento milioni in una sera, e pagare il suo debito il giorno dopo. Trasferita sulla East Coast – stesso mestiere stesso giro d’affari – incappa nella mafia russa. E nell’Fbi.

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