QUALUNQUEMENTE

Mariarosa Mancuso

    Avremmo qualche riserva da muovere a “Qualunquemente”, e nello stesso tempo non vogliamo smettere di applaudire fino a spellamento delle mani l'onorevole Cetto La Qualunque visto in tv. La faccenda sembrerà curiosa, nulla in Italia funziona meglio e offre più certezze delle cordate e delle appartenenze. Se qualcuno ti piace, ti deve piacere sempre e comunque, dallo sketch più penoso alla gag che fa scompisciare. Se di qualcuno hai detto o scritto che è bravo, quando sta su un palcoscenico, ti dovresti sorbire da cima a fondo le dichiarazioni poco assennate sui temi della politica e del costume di casa. Bisogna sapere chi sta con chi, come nelle partite di calcio, e sono altamente sconsigliati – pena l'accusa di snobismo, qualunquismo, fuoridalcorismo (per noi, peggio di qualunque insulto) – i passaggi da un campo all'altro. Peccato, sennò potremmo spiegare ad Antonio Albanese perché il film diretto da Giulio Manfredonia (che apprezziamo per “Si può fare”, i soli matti del cinema italiano non detestabili, assieme a quelli di Ascanio Celestini nel film “La pecora nera”), ha buone battute rovinate da una scarsa sapienza drammaturgica e da personaggi di contorno sbiaditi. Prendiamo la moglie di Cetto: urla, piange e si accapiglia in cucina con l'amante, importata dai Caraibi e chiamata Cosa, ma se non ci fosse sarebbe lo stesso. Potremmo anche dire che domenica scorsa, a “Vieni via con me”, intervistato da Fabio Fazio Antonio Albanese ha spacciato il suo film come un manifesto politico, tutto a base di “la Calabria che ci piace”, “il sud che ci piace”, “la popolazione locale ci ha sostenuti perché non ne può più di essere considerata prossima alla criminalità”. Tutte cose che non giovano al film, né alla stima e all'ammirazione che finora abbiamo coltivato per lui. Abbiamo deciso di correre il rischio, perché le difficoltà erano tante, e non tutte sono state affrontate, al netto di qualche buona battuta. Il dibattito tv, per esempio, è troppo lungo e troppo sciattamente scritto, e l'avversario un pupazzo. Persino la scarsamente telegenica sinistra italiana offre più occasioni di farsi una risata. Comunquemente, stiamo ad aspettare gli incassi: le copie in circolazione sono tante, e bisogna vedere quanto inciderà la concorrenza di Checco Zalone.