I nazisti di Spotify

Enrico Cicchetti

Un'inchiesta del Times of Israel rivela che il servizio di streaming musicale è pieno di playlist antisemite e razziste. La musica è uno strumento per fare proselitismo e raccogliere fondi. Le difficoltà delle piattaforme

Un'inchiesta del quotidiano israeliano Times of Israel ha rivelato che Spotify è piena di playlist a tema nazista o che inneggiano ad Adolf Hitler. E non è solo un problema della popolarissima piattaforma di streaming musicale: contenuti analoghi sono presenti anche su YouTube e Amazon Music. Secondo il quotidiano israeliano, sul servizio on demand si trovano canzoni antisemite, playlist che hanno come copertina immagini di svastiche o simboli del suprematismo bianco e che contengono brani nei quali si invita a “gasare” o uccidere gli ebrei, così come pezzi apertamente negazionisti dell’Olocausto.

  

    

Alcuni passaggi nelle canzoni sono inequivocabili: “Gasate la musica ebraica”, “Camera a gas per gli ebrei”, “Bruciate gli ebrei”, oppure “Ho appena scoperto che l’Olocausto è stato un fake” o “Hitler non ha fatto niente di male”. Altre raccolte ridicolizzano Anna Frank o il campo di sterminio di Auschwitz.

  

  

Spotify ha detto di aver rimosso i contenuti antisemiti segnalati dal Dipartimento federale tedesco dei media e di aver esaminato altri reclami caso per caso, eppure numerose di queste playlist sono ancora scaricabili. Nel 2017, Spotify ha rimosso 37 tra band e musicisti neonazisti dal suo servizio. Quella decisione fu annunciata poco dopo il raduno dell'estrema destra americana “Unite the Right” a Charlottesville, in Virginia, che vide centinaia di persone urlare slogan antisemiti. Uno dei manifestanti aveva guidato un'auto contro la folla riunita per protestare contro il raduno e aveva ucciso Heather Heyer, 32 anni, e ferito 19 persone.

   

Il processo per rimuovere la “musica di odio” dalle librerie digitali può essere complicato. Come osserva Billboard, le aziende devono valutare la differenza tra libertà di parola e incitamento all'odio, pensare a leggi diverse per i diversi mercati musicali e vagliare testi nei quali i messaggi d'odio sono mascherati sempre meglio. “Da tempo noto che la musica è uno degli strumenti principali dei gruppi razzisti per espandere i propri messaggi”, ha spiegato a SPLC Aaron Flanagan, il direttore della ricerca dell'organizzazione antirazzista Center for New Community. Nel 2013 David Koehler, ricercatore dell'Istituto tedesco per lo studio dei movimenti radicali, aveva spiegato a NPR che “la musica non è solo uno strumento di reclutamento, ma anche uno strumento molto importante per il finanziamento di infrastrutture, reti, per comprare armi ed esplosivi e sostenere gruppi militanti”.

 

In Italia, ad aprile dell'anno scorso, aveva fatto discutere il caso del ritrovo internazionale di band di ultradestra organizzato dal Veneto Fronte Skinhead a Cerea, in provincia di Verona. Il tutto in una data simbolica, il 20 aprile, a 130 anni esatti dalla nascita di Adolf Hitler. Una coincidenza, avevano replicato gli organizzatori. Durante “Defend Europe — Easter Fest”, si erano esibiti gruppi come i Gesta Bellica, noti per i loro testi revisionisti – con una canzone che inneggia a Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine – i Katastrof, che propongono “rock ariano”, a cui in Svizzera è stato vietato un concerto, o i polacchi Legion e i britannici Squadron, con il loro refrain “National Socialism is the only way” (il nazionalsocialismo è l’unica via).

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