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Sicurezza a ogni costo

Fabio Tavelli

Le cinture, inventate da Volvo nel 1959, hanno salvato un milione di vite umane. La ricerca continua tra simulatori e crash test estremi per salvarne un altro milione

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Nessun incidente stradale può essere davvero previsto. Ciò che si può invece immaginare è come uscirne con i minori danni possibili. Il crash di Romain Grosjean in Bahrain, nel terzultimo gran premio del Mondiale di Formula1, insegna.

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Nessun incidente stradale può essere davvero previsto. Ciò che si può invece immaginare è come uscirne con i minori danni possibili. Il crash di Romain Grosjean in Bahrain, nel terzultimo gran premio del Mondiale di Formula1, insegna.

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Migliorare si può e si deve sempre, ma il livello degli standard di sicurezza fortunatamente tende a crescere. Il progresso fatto nel campo della sicurezza nelle competizioni, a cominciare dalla Formula 1, è indiscutibile. Ma è così anche per strada? Generalmente sì, con alcune eccellenze. Tipo Volvo, che ricorda sul suo sito come le cinture di sicurezza a V a tre punti che il loro progettista Nils Bohlin inventò nel 1959 abbiano salvato almeno un milione di vite umane.

 
In Germania i responsabili dell’ufficio brevetti hanno inserito l’invenzione di Bohlin tra gli otto brevetti che hanno più influito sulle sorti dell’umanità nei cento anni che vanno dal 1885 al 1985. 

 
Ora l’obiettivo della Casa Svedese è di salvare un altro milione di vite umane. Gli ingegneri di Volvo Cars hanno messo a punto un “simulatore di guida definitivo”. La postazione include il sedile di guida con simulatore in movimento, un volante con feedback tattile e un visore per realtà virtuale con qualità cristallina di immagini. Il confine tra il vero e il simulato è sottilissimo. La tecnologia è avanzata, utilizza la principale piattaforma Unity di sviluppo 3D mentre i finlandesi di Varjo riproducono la guida di un’auto vera su strade reali attraverso dispositivi professionali di realtà virtuale e mista. 

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Questo mix di tecnologia software e hardware consente agli esperti di Volvo Cars di simulare infiniti scenari di traffico su un percorso di prova reale utilizzando una vettura altrettanto reale. I tecnici estrapolano importanti informazioni sull’interazione tra le persone e la vettura. Dati fondamentali per lo sviluppo di nuove funzionalità, dotazioni di sicurezza, assistenza alla guida e guida autonoma.

 
“La collaborazione con Varjo, Unity e Teslasuit ci ha permesso di testare moltissimi scenari che sembrano reali in tutto e per tutto senza dover costruire o allestire nulla”, dice Casper Wickman, responsabile della divisione User Experience della Open Innovation Arena di Volvo. “Il simulatore” - aggiunge Wickman - “ci permette di studiare reazioni umane autentiche in un ambiente sicuro e a una frazione del costo di un test reale.” 
Un altro capitolo Volvo Cars lo dedica alla parità di genere. Sapevate che le donne corrono maggiori rischi di riportare lesioni in caso di incidente d’auto? Il motivo va oltre le differenze intrinseche a livello anatomico e di forza fisica. Gli standard di riferimento per la sicurezza automobilistica sono da sempre stati calibrati sulla corporatura del “maschio medio”, prova ne sia che sono di quella taglia i manichini utilizzati nei crash test. 

 
Volvo Cars ha studiato da anni milioni di dati che hanno evidenziato la necessità di proteggere meglio, ad esempio, la zona lombare di tutti gli occupanti della vettura, indipendentemente dal sesso o dalla corporatura. Le donne sono maggiormente esposte al rischio del colpo di frusta. Il sistema di protezione WHIPS (Whiplash Protection System) che montano le vetture Volvo garantisce una protezione analoga a uomini e donne e ha dimezzato il rischio di lesioni a lungo termine rispetto ai precedenti modelli della Casa.

 
 Volvo Cars ha anche sviluppato un crash test “estremo”, addirittura molto spettacolare da vedere, basta dare un’occhiata alla fotografia che illustra questo servizio.

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Per consentire ai servizi di soccorso di prepararsi a qualsiasi scenario d’incidente e per simulare le forze che vengono generate durante gli impatti più forti sono state fatte ripetutamente cadere da una gru alta 30 metri alcune vetture Volvo. In situazioni simili è altamente probabile che gli occupanti l’abitacolo versino in condizioni critiche. E’ quindi necessario fornire ai soccorritori ogni informazione utile per estrarre i traumatizzati dalle lamiere nel minor tempo possibile. Questi test estremi sostituiscono quelli effettuati con veicoli provenienti dai cantieri di demolizione, spesso con auto non di nuova generazione. L’asticella della sicurezza si alza enormemente con questi test perché le informazioni per chi deve intervenire in caso di incidente con impatti estremi possono davvero fare la differenza tra la vita e la morte. “Impegnarsi per migliorare la sicurezza non significa superare un test o ottenere una ‘attestato’ che certifichi un prodotto come sicuro - ha spiegato Thomas Broberg, uno dei maggiori esperti in sicurezza di Volvo Cars con anzianità ventennale all’interno dell’Azienda - Il nostro impegno per la sicurezza consiste nello scoprire come e perché si verificano incidenti e infortuni, per poi sviluppare la tecnologia che consenta di prevenirli. Ci auguriamo che il nostro lavoro pionieristico sia per altri produttori uno stimolo a perseguire il nostro ambizioso obiettivo di ridurre gli incidenti stradali in tutto il mondo”. Un progetto ambizioso, ma lodevole.

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