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Il Foglio mobilità

L'idrogeno ha un futuro

Mario Alberto Cucchi

Non soltanto automobili: potrà alimentare camion, treni, aerei, navi e sottomarini. Dai prototipi Bmw dei primi anni 2000 alla flotta Hyundai sbarcata in Svizzera

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Fonti di energia rinnovabili e non rinnovabili. Esauribili o in via d’esaurimento. Benzina, gasolio: combustibili fossili. Sembra che prima o poi siano destinati ad esaurirsi. Da loro dipende molto, forse troppo, della nostra mobilità attuale. Ecco allora che la transizione verso veicoli più “puliti” trova una motivazione in più che va oltre l’effetto serra. Certo che se per caricare le batterie di una vettura di Formula E viene usato un generatore alimentato a carburante la mobilità elettrica perde tutto il suo fascino. Quindi come possiamo ricaricare le batterie delle nostre auto elettriche? In un mondo ideale ci sono case che cedono o prendono energia dalla nostra quattroruote parcheggiata in garage a seconda dell’ora della giornata e dell’irraggiamento solare.

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Fonti di energia rinnovabili e non rinnovabili. Esauribili o in via d’esaurimento. Benzina, gasolio: combustibili fossili. Sembra che prima o poi siano destinati ad esaurirsi. Da loro dipende molto, forse troppo, della nostra mobilità attuale. Ecco allora che la transizione verso veicoli più “puliti” trova una motivazione in più che va oltre l’effetto serra. Certo che se per caricare le batterie di una vettura di Formula E viene usato un generatore alimentato a carburante la mobilità elettrica perde tutto il suo fascino. Quindi come possiamo ricaricare le batterie delle nostre auto elettriche? In un mondo ideale ci sono case che cedono o prendono energia dalla nostra quattroruote parcheggiata in garage a seconda dell’ora della giornata e dell’irraggiamento solare.

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Poi c’è l’energia pulita prodotta per esempio dalle pale eoliche. Ma spesso quando si “compra” elettricità, la si prende e basta. Oggi in aiuto della “nostra” mobilità arriva l’idrogeno. Elemento chimico inesauribile e presente in natura, anche se non nella sua forma più pura. Un’energia rinnovabile. Lo sappiamo non da ieri. BMW nei primi anni 2000 ha costruito una flotta di Serie 7, un centinaio, alimentate a idrogeno. In quel caso il propulsore dell’auto era di tipo tradizionale. Un motore termico solitamente utilizzato a benzina veniva modificato ad hoc. Progetto abbandonato. Il primo generatore Fuel Cell a idrogeno risale addirittura al 1939. Oggi cosa cambia? Innanzitutto le auto elettriche sono diventate una realtà diffusa: ibride, plug-in o full electric che siano.

 

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Una tecnologia sempre più collaudata con motori prestanti e batterie caratterizzate dalla maggior durata. E in più piacciono agli automobilisti e molto. Si è però capito che una mobilità a batterie tradizionali non può funzionare per i camion, i treni e gli aerei. Le batterie dovrebbero essere troppo grandi e pesanti e i tempi di ricarica lunghissimi. Ecco allora che si ritorna all’idrogeno abbinato al fuel cell (le pile a combustibile). Partendo proprio dai trasporti pesanti che vogliono diventare green. Una flotta di camion ecologici marchiati Hyundai è appena sbarcata in Svizzera. I treni diesel sulle reti non elettrificate vengono rimpiazzati da convogli a idrogeno.

 

E gli aerei? Nei cieli inglesi, attorno all’aeroporto di Cranfield, un Piper Malibu Mirage a 6 posti della società anglo americana ZeroAvia ha volato per una decina di minuti spinto da un motore elettrico. Il tutto alimentato sempre a idrogeno che viene convertito a bordo in energia elettrica grazie al sistema fuel cell. E le auto? Non restano ai blocchi di partenza ma scattano in avanti spinte da tutta la potenza di fuoco dell’industria automobilistica. Un’accelerazione bruciante fatta di distributori di idrogeno che spuntano in Europa come i funghi in autunno. Di vetture sino ad oggi poco richieste che ora salgono sulle pedane di saloni virtuali e vengono illuminate dai proiettori.

 

Una tecnologia matura che rappresenta probabilmente il futuro dell’auto elettrica come oggi la conosciamo. Si sta disegnando un mondo intero a idrogeno (H2). Fatto da automobili, aerei, navi, treni, sottomarini. Tutti green. Ma non solo. In Giappone alle pendici del monte Fuji è iniziata la costruzione di un prototipo di città del futuro su un’area di 70 ettari. Chiamata Woven City, sarà un ecosistema completamente connesso e alimentato da celle a combustibile a idrogeno. Sarà abitata dai ricercatori con le loro famiglie che collauderanno in prima persona tutte le nuove tecnologie. Sogno o realtà?

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