Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Bevande naturali e bibite gassate

Andrea Ballarini

Le abbiamo conosciute e amate molto prima che imparassimo a bere i drink. Alcune abbiamo continuato a frequentarle, altre le abbiamo abbandonate, attirate da più seducenti concorrenti. In ogni caso qui trovate qualche suggerimento per parlarne (o sparlarne) in società

- Aborrire tutte le bibite gassate. Fanno male e sono poco chic. Attenzione alla deriva salutista.

 

- Notazione sociologica. Rilevare che molte delle bibite più popolari hanno avuto un periodo di crisi coinciso con gli anni Ottanta e poi, recentemente, quasi tutte sono risorte. Di seguito dilungarsi in esempi. (Vedi seguente)

 

- La gazzosa è caduta in disgrazia nel decennio edonista, rimpiazzata goffamente da succedanei supermuscolari, come la Sprite e il Seven Up. Deplorare. (Vedi seguente)

 

- Sprite e Seven Up sono delle grottesche imitazioni della gazzosa, di cui non hanno la finezza, che hanno tentato di rimpiazzare con bolle ipertrofiche buone solo per anestetizzare le papille. (Vedi seguente)

 

- Plaudire alla rinascita della gazzosa, che ora si trova nei locali più fighetti e aggiornati, ancorché di marche diverse da quelle d’antan. Parlare di vintage alimentare.

 

- Se anagraficamente adeguati, si può brillare in società rievocando i tempi eroici dello “champagne de la balèta” (fondamentale imparare la corretta pronuncia lombarda), come era scherzosamente chiamata la gazzosa, che una volta bevuta regalava ai bimbi la gioia di recuperare la biglia che faceva da tappo. Se l’argomento suscita interesse dilungarsi a spiegare che agitando la bottiglia e liberando così i gas disciolti nella bevanda si poteva anche ritapparla.

 

Il chinotto è da sempre molto amato dagli intellettuali, specialmente di sinistra. Spiegare come ciò dipenda dalla sua apparenza simile alla Coca-Cola, ciò che lo ha reso un’alternativa autoctona alla bevanda imperialistica. Arabescare a soggetto.

- Lamentarsi che i bambini di oggi non sanno neppure che cos’è il chinotto e credono che sia solo una bibita. Spiare i presenti per capire chi altri non lo sa e approfittarne per dare la stura a una documentatissima dissertazione sul citrus myrtifolia e le sue proprietà.

 

- Da qualche tempo sono di gran voga i locali ecofriendly dove si servono a caro prezzo estratti di frutta. Confondere gli estratti con le centrifughe, ormai piuttosto datate, è l’equivalente del suicidio sociale. Convenirne.

 

- Bere solo succo di àloe è molto avanti.

 

- La spremuta d’arancia è ormai appannaggio esclusivo dei target conservatori. Valutare se far partire un pippone sulla scarsa igiene delle spremitrici, veicolo di pericolosissimi batteri.

 

- Ogni volta si vede la parola “tè” scritta in uno qualunque dei molti modi in cui viene storpiata nelle carte di gran parte dei locali italiani, avere un attacco di furore. Profetizzare l’imminente scomparsa della lingua di Dante.

 

- Piangere la scomparsa della cedrata. Augurarsi che sia solo un periodo di eclisse. Se l’uditorio è anagraficamente adeguato, lanciarsi in una disamina sociologica della parabola discendente della cedrata, cominciata alcuni anni fa, allorché un celebre jingle cantato da Mina è stato sostituito con la versione trash di una sconosciuta dalla voce simile. Valutare se lanciarsi in disquisizioni sui diritti d’autore.

 

- Se la conversazione prende una piega amarcord, non mancare di citare le spume, alternative autoctone a più prestigiosi prodotti di marca. Ricordare le tre varianti canoniche: bionda, nera e rossa.

 

- Gareggiare con gli amici a chi riesce a nominare il maggior numero di succedanei della Coca-Cola: ColaCoop; Appia Cola; Galvanina BioCola; Cola Baladin; Royal Cola. Si segnala per creatività la MoleCola, così chiamata perché prodotta nella città della Mole Antonelliana. Molto apprezzate le varianti esotiche: Koga Cola (Giappone); Amrat Cola (Pakistan); Ubuntu Cola (Zambia e Malawi); Fuji Cola (Perù); Mecca Cola (Palestina); China Cola (Cina); Parsi Cola e Zamzam Cola (Iran).
Raccontare di formidabili usi alternativi della Coca-Cola, dal pulire il water al lucidare l’automobile. Se non se ne conosce, inventarli, tanto nessuno verificherà mai.


- Ci si posiziona come attenti esegeti del pop contemporaneo dissertando amaramente su come la Schweppes Lemon abbia relegato ad alcuni bar di provincia il Lemonsoda, benché non abbia affatto le inimitabili fibre del limone. Contestualmente fare un appassionato elogio della provincia, custode della più autentica cultura italiana. Valutare se sproloquiare contro la globalizzazione.

 

- Con espressione persa nei ricordi, rievocare i tempi delle medie in cui, con una forma di bullismo ante litteram, si dileggiava la compagna di classe meno avvenente e un poco sovrappeso paragonandola alla Fanta, che non è buona ma è tanta. Condannare recisamente.

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