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Lettere

Non ci si può stupire delle promesse di Salvini. Domani i voti dei foglianti

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

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Al direttore - La promessa-minaccia di Salvini che organizzerebbe un referendum per “cancellare” la decisione  europea  relativa alla fine della produzione di auto con motore termico è la prova provata del falso europeismo preelettorale del leader della Lega. Qualcuno se ne è accorto e  vuol prenderne atto? 
Gianluigi Mazzufferi

Mi stupisco che lei si stupisca. Ma a proposito di stupirsi, di fronte alle promesse elettorali della Lega, una piccola chicca. In questi giorni, la Lega di Matteo Salvini sta tappezzando l’Italia (e i giornali) con un manifesto così composto. Titolo: “Stop bollette”. Non: basta bollette care. Ma, letteralmente, “stop bollette”. Ok. Sotto, poi, una frase che dovrebbe spiegare. “L’Europa che impone sanzioni, protegga famiglie e lavoratori italiani”. Si potrebbe notare che, caro Matteo, la virgola tra soggetto e verbo non ci va (prima gli italiani, ok, ma prima anche l’italiano). Ma a proposito di anti europeismo anche qui il messaggio è interessante: il problema delle bollette (da eliminare) non è generato dalla guerra scatenata da Putin (guerra che avviene anche attraverso il gas) ma è generato dall’Europa (e dalle sue sanzioni) che non protegge le famiglie e i lavoratori italiani. Putin non avrebbe saputo dire di meglio. Credo.  


 

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Al direttore - In riferimento alla replica del collega Claudio Pagliara, pubblicata sul Foglio di ieri, 22 settembre, in questa sede mi limito a precisare di aver  per tempo comunicato all’Azienda di dover fruire di un prolungamento del periodo di ferie. Grazie.
Lucia Goracci


 

Al direttore - Tutti i sondaggi prevedono la vittoria del centrodestra in ambedue le Camere. Mentre a Montecitorio la differenza tra i seggi conquistati sarà importante, a Palazzo Madama risulterà certamente inferiore per una banale logica dei numeri. Se la sola coalizione competitiva ovvero quella di centrosinistra fosse in grado di rosicchiare qualche seggio agli avversari, nei collegi uninominali del Senato, probabilmente la maggioranza in quella Camera potrebbe diventare più esigua e quindi tendenzialmente a rischio (come è avvenuto negli anni precedenti) al momento della “navetta” di provvedimenti delicati e divisivi. Ecco perché il Terzo polo (eventualmente insieme ad altri settori di elettorato che non si sentono sicuri nel contesto della svolta a cui si accinge il paese) dovrebbe dare indicazioni di votare le liste di centrosinistra nei collegi uninominali del Senato (magari escludendo i candidati rossoverdi). Del resto questo sarebbe il solo modo per rendere utile quel voto, altrimenti destinato a non eleggere nessuno. Poi se non si è in grado di fare la guerra bisogna attrezzarsi alla guerriglia.
Giuliano Cazzola

La sua è una dichiarazione di voto, dunque. Domani sul Foglio ci sarà lo spoglio dei voti dei foglianti. Slurp.

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