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Senza governo si sta benone, non c’è fretta. Il colpo di forza grillino

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

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Al direttore - Pare che nelle segrete stanze del Csm non si parli d’altro. Il giallo dell’estate. Ma non viene fuori il nome del pm milanese (area di sinistra… la legge è uguale per tutti ta ta ta) che aveva chiesto di non essere identificato formalmente durante un controllo di polizia in un locale dove lui stava travestito da volpe a due code. Ci sarebbe pure un problema di “decoro” di regole di comportamento che un magistrato per il mestiere che fa sarebbe portato a rispettare. Poi c’è la procura generale che dovrebbe “sorvegliare” oltre alla questura di Milano che fece il controllo. Almeno per ora ne parlano solo tra loro nel regno dell’omertà. Fino a quando? Le strumentalità di una eventuale campagna elettorale porteranno per poco nobili motivi alla glasnost? Chi vivrà vedrà.

Frank Cimini

 

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Al direttore - Leggo che i tempi delle consultazioni saranno brevi, che il Quirinale non vuole perdere tempo e che bisogna sbrigarsi perché l’Europa non capirebbe, perché c’è una manovra da fare, perché l’Italia non può aspettare. Ma mi chiedo, che fretta c’è?

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Luca Martini

Non c’è fretta. Non bisogna avere fretta. Se un altro governo può nascere, per quanto possa essere mostruoso e contro natura, è giusto prendersi tutto il tempo necessario, è giusto parlarne, è giusto discuterne, è giusto suggerire, è giusto criticare. Serve tempo, serve calma, serve semplicemente invitare il presidente della Repubblica non a fare presto, che urgenze non ci sono, e che senza governo si sta benone, ma a fare piano. Adelante Sergio, cum juicio.

 

Al direttore – La Casaleggio Associati ha dato l’ordine, e i “suoi” senatori hanno obbedito, di occupare durante il discorso del presidente del Consiglio tutte le poltrone dei banchi del governo (destinati a ministri e sottosegretari) per trasmettere al Truce il messaggio “non ti vogliamo più”. Così il povero vice Salvini ha dovuto mendicare la poltrona a lui spettante accanto al premier già occupata dal difensore del Rule of Law ministro Bonafede, e i commessi hanno dovuto aggiungere una poltroncina supplementare. E’ questo il rigoroso rispetto delle istituzioni che si esprime con la seduta piuttosto che con la testa, eloquentemente richiamato dall’ormai capo degli antiparlamentari grillini prof. Conte? L’arroganza anti istituzionale dei 5 Stelle non è nuova, anzi sembra essere il loro marchio di fabbrica come testimonia il disco rotto del “taglio dei parlamentari” per risparmiare 50 milioni all’anno. All’inizio della legislatura i parlamentari grillini pretesero di semimonopolizzare gli uffici di presidenza di Camera e Senato (15-16 membri ognuno con staff elefantiaci da fare invidia a Westminster) che per settanta anni erano stati sempre suddivisi tra tutti i gruppi parlamentari con metodo ponderale e proporzionale, come si conviene agli organi di garanzia. Quel colpo di forza non è stato innocuo: ha consentito in questi mesi l’approvazione di demenziali delibere degli uffici di presidenza e la più prepotente e inefficace organizzazione dei lavori parlamentari della storia della Repubblica. E’ questo il preannunzio di come saranno assegnate le centinaia di poltrone degli enti pubblici che devono essere rinnovate tra breve? Saluti.

Massimo Teodori

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Sarà un anno bellissimo.

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Al direttore - Caro Cerasa, il leader della Lega e il Movimento 5 stelle non vanno inseguiti sul loro terreno, quello delle dichiarazioni a effetto. Vanno sfidati. Il principale partito di opposizione deve sfidarli su temi concreti che affliggono il paese, sui contenuti delle proposte, terreno sul quale sia il leader della Lega che il Movimento difficilmente vogliono discutere in maniera costruttiva, al di fuori dei monologhi autoreferenziali e degli slogan ripetitivi. Onore al Movimento e alla Lega che hanno saputo studiare e incanalare la rabbia e la frustrazione di tanti giovani e meno giovani, ma la democrazia è dialogo e confronto costruttivo. Questi mesi del governo del Cambiamento hanno dimostrato che è “facile” lottare contro i “poteri costituiti”, tentando di delegittimarli in nome della legalità, della giustizia e di generiche idee di lotta contro i privilegi di una casta. In nome di questi grandi valori, hanno agitato le masse portando avanti movimenti e critiche distruttive e mai costruttive, portando disorientamento in nome di una loro ipotetica attitudine a governare. Abbiamo invece visto ministri inidonei alle cariche che ricoprivano e questa inidoneità non ha impedito il prolungarsi della loro presenza al governo, pur nella drammatica evidenza degli insuccessi.

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Si deve capire che la vera forza di un governo è che finalmente il suo popolo si possa identificare nelle istituzioni e nelle leggi. Il problema è che viviamo in un’Italia social, dove siamo tutti capaci e illuminati a criticare e a divenire in un secondo economisti, giuslavoristi, allenatori e opinion leader. Siamo abili a distruggere ma mai a costruire una casa su solide fondamenta, al massimo una casa con fondamenta di sabbia e argilla. Allora diventa più semplice distruggere, che tentare di costruire quella casa con fondamenta posate sulla roccia. Quello che mi auguro e che auguro alle prossime generazioni, è di vedere un partito che sia capace di costruire una casa sulla roccia.

Andrea Zirilli

 

Al direttore – Caro Claudio mi aiuti a inviare, di tutto cuore, un grande, sonoro e liberatorio VAFFA a chi so io.

Giuliano Cazzola

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