LaPresse/Vincenzo Livieri

Con lo spazzacorrotti, arriva lo spazza stato di diritto. Ci scrive Emma Bonino

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Vaccini esauriti, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze (cit.) siamo dei Burioni qualsiasi.

Giuseppe De Filippi

 

Al direttore - Il Pd con il M5s? Cogitamus. Siamo arrivati a tarallucci scaduti e vino acidulo. Tutto iniziò con l’operazione psicologica, populista, del libro “La Casta”. Pochi se ne resero conto, ma da lì nacque la copertura culturale, mediatica, legittimante del “Vaffa” e la delegittimazione generalizzata, ubiquitaria dell’attività politica e di quel sistema che tutti gli italiani avevano contribuito a edificare. Già, tutti noi. Perché non può esistere una Casta, se volenterosi, interessati fantaccini non s’accodano e la sostengono. La scomparsa del potere legante dei partiti di massa e l’indole degli italiani hanno fatto il resto. Allora? Un percorso di sana, piana, non ferina autocritica, cui tutti dovremmo sottoporci, è l’unica strada per uscire dalle sabbie mobili. Ne saremo capaci? Auguriamoci convintamente di esserlo. L’ottimismo è sperarlo.

Moreno Lupi

 

Sabato scorso, il Movimento 5 stelle ha presentato sui social network la legge #spazzacorrotti annunciando che grazie a questa riforma ci sarà “la confisca dei beni anche senza condanna definitiva”. Avete letto bene: anche senza condanna. Nell’attesa di abolire per sempre la povertà, sappiamo che per il momento il governo si sta battendo per abolire lo stato di diritto. E l’unica forma di dialogo che dovrebbe essere contemplata dalle opposizioni rispetto al Movimento 5 stelle dovrebbe essere una e soltanto una: no grazie.

 

Al direttore - Come l’hanno impostato i 5S il reddito di cittadinanza è demagogia, caos, bugia, felloneria. Il reddito di cittadinanza c’è, ed è il reddito d’inclusione come tutte le altre forme di sussidio a chi non ha lavoro. Basta, come giustamente si dice, aumentare un po quelle forme che già ci sono e la si facesse finita. Come pure la quota cento, e Giorgetti guardi anche in casa sua con la storia delle pensioni a quota cento perché Salvini ha preso una tranvata populista e basta. La vita si allunga e qui si manda in pensione prima? Matti, matti da legare. Bastava che la meta’ di quei miliardi fosse data alle imprese e vedrebbero la ripresa. Dire queste verità non è andare contro i poveri ma vedere le cose per quello che sono. Con questo reddito tutti staranno casa, ha ragione Pif, se non c’è lavoro altro che tre proposte ma poltrona a vita. Grillo buttala quella maschera e mettiti lo scafandro perché la maschera ti rende comico. Appunto.

Carlo Trinchi

 

Al direttore - Fare politica in questo particolare frangente è molto difficile per chi prova ad avere una visione di non cortissimo raggio. Rispondere a tutte le sollecitazioni, certo, giorno per giorno, ma anche costruire per il lungo periodo, dare corpo a una visione adeguata e lungimirante, alternativa a quella dominante, essere impopolari – come diceva Marco Pannella – pur di non essere antipopolari e correndo pure il rischio di diventare invisibili. Non ce la stiamo cavando troppo male, noi di +Europa, in tutto questo. Gli italiani che ci hanno dato il voto il 4 marzo non ci hanno perso di vista, e noi non abbiamo smobilitato: nascono ogni giorno nuovi gruppi di +Europa in tutta Italia, ci stiamo avvicinando a un congresso vero – che fatica fare politica abbandonando la tastiera! – e nel frattempo proviamo anche a crescere. Pochi giorni fa, ad esempio, il Consiglio di +Europa si è allargato a 14 nuovi membri: dal capogruppo dell’Alde al Parlamento Europeo Guy Verhofstadt, al presidente della municipalità di Scampia Apostolo Paipais; da Luigi Manconi, al generale Vincenzo Camporini; dalla scrittrice e dirigente industriale Cristiana Alicata all’ex segretario confederale Cisl Fulvio Giacomassi; dal “prodiano” Luigi Scarola al suo amico e collaboratore Guido Vitiello. E ancora: Maria Grazia Guida (presidente degli Amici della casa della carità ed ex vicesindaco di Milano), Costanza Hermanin (docente universitaria), Stefano Rolando (docente universitario, presidente del Partito d’azione), Olivier Dupuis (giornalista, già segretario del Partito Radicale e europarlamentare), Antonio Russo (operatore del terzo settore e del volontariato cattolico) e Louis Godart (docente universitario e consigliere per la conservazione del patrimonio artistico del presidente della Repubblica) Abbiamo detto – all’inizio eravamo davvero i soli a dirlo – che sull’Europa si giocava la vera sfida della politica contemporanea, che sull’Europa si stava disegnando la nuova linea di faglia attorno alla quale ricomporre gli schieramenti politici. Ecco, noi quella sfida l’abbiamo colta da subito, e su quella linea di faglia, diventata – come lei sa bene e documenta quotidianamente – ormai una trincea rovente, noi ci siamo posizionati e intendiamo restarci. Vedremo cosa accadrà intorno a noi nelle prossime settimane, naturalmente, ma intanto questo “allargamento”, in tante direzioni, di +E è una tappa in più di questo percorso, che ormai ha messo solide radici.


Emma Bonino

 

Al direttore - Scriviamo in merito all’editoriale “Viva il partito della realtà” comparso sabato 15 dicembre sul vostro giornale per precisare quanto segue: le dichiarazioni dell’ad di Enel Francesco Starace “le tasse non servono più… e anche gli incentivi "non credo siano fondamentali" rilasciate a margine dell’evento per i 10 anni dalla nascita della società per le rinnovabili, Egp, erano riferite, dato il contesto, soltanto allo “sviluppo delle rinnovabili” e non alle auto elettriche. Come giustamente da voi riportato, Starace, nella stessa sede, ha indicato nella “semplificazione e facilitazione nei processi burocratici” la strada migliore per sostenere la diffusione delle nuove tecnologie, sempre però riferendosi al settore dell’energia “verde”, di cui si stava illustrando lo straordinario sviluppo nell’ultimo decennio e le prospettive di ulteriore crescita negli anni a venire.

Ufficio stampa Enel

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