A un passo dalla spazzatura economica, e un bacio alla casta degli anticasta

Al direttore - Qualcuno dovrebbe spiegare a Matteo Salvini che lo spread non è una bevanda analcolica da sorbire ghiacciata sotto l’ombrellone sulla spiaggia di Cervia-Milano Marittima, dopo essersi generosamente concesso ai questuanti di un selfie. Ogni punto in più di quell’oggetto misterioso comporta un’ulteriore difficoltà a piazzare i nostri titoli di stato, sia pure promettendo tassi di interesse più elevati nonché un incremento del servizio del debito, che è parte della spesa corrente. E’ la solita storia: i fratelli De Rege (Salvini e Di Maio) producono danni seri al Paese soltanto aprendo bocca.

Giuliano Cazzola

Quattro miliardi di euro che dovremmo conteggiare nella prossima legge di Stabilità. Con un aumento degli interessi che a poco a poco peserà anche sui debiti delle imprese, che a differenza dei titoli di stato hanno una scadenza più breve e presto anche su questo terreno la voce degli imprenditori del nord non tarderà a farsi sentire, contro un governo popolare ma sempre più pericoloso.

 


 

Al direttore - La questione dei vaccini non è una questione d’ignoranza. Chi si fida dei vaccini, generalmente, non è più preparato di un No Vax. Non è quindi una battaglia tra illuminati e oscurantisti. Pochi di quelli a favore della vaccinazione sanno come sia fatto un vaccino e perché funzioni. Ci si fida: confrontando il passato col presente e rispettando la competenza dei medici e l’autorità della scienza. Questa fiducia per un NoVax non vale. Anzi: diventa simbolo di conformismo, di mancanza del cosiddetto “spirito critico”, se non addirittura di asservimento a logiche capitalistico/finanziarie. Un No Vax, piuttosto, rifiuta la storia, la competenza e l’autorità ricercando un tipo di iper-democrazia secondo cui “uno vale uno” e il cittadino deve poter scegliere per sé senza limiti. Se necessario demolendo ogni corpo intermedio, ogni filtro. Un tipo di iper-democrazia in virtù della quale si chiede “libertà positività”, cioè di incidere direttamente, senza delega, nei processi politico/sociali, a scapito della “libertà negativa”, che invece presuppone la delega (come strumento di garanzia della libertà individuale – “la libertà dei moderni”. Per questo il movimento NoVax non è una malattia infantile del Movimento 5 stelle. E’ al contrario l’esempio pratico della ragione politica e sociale che dà vita al M5s e di cosa significhi tentare di promuovere la democrazia diretta a colpi di demagogia. Ora. Storicamente chi ha perseguito questo scopo – la libertà positiva tipica di chi non si fida dei vaccini a scapito della libertà negativa di chi invece dei vaccini si fida – è sempre partito con un governo del cambiamento (il nome del popolo!) per finire col cambiare il governo in senso antidemocratico a causa di pericolose iniezioni di autoritarismo plebiscitario. Attaccare un No Vax perché ignorante ha dunque la stessa utilità dell’attaccare Luigi Di Maio per i congiuntivi sbagliati. Lasciando che Davide Casaleggio e Beppe Grillo, nel frattempo, ci spieghino come e perché la democrazia rappresentativa sia un qualcosa di obsoleto da sostituire con qualcosa di nuovo.

Simone Cosimelli, studente di Scienze storiche e giornalista pubblicista

 


 

Al direttore - Caro Cerasa, basterebbe un minimo di analisi tecnica per capire come i mercati possono essere influenzati dall’instabilità politica. In una situazione di Risk Off (ovvero una situazione di tensione politica, economica o finanziaria), si sposta la liquidità verso le attività di basso profilo di rischio che offrono bassi rendimenti, ma che garantiscono protezione (ad es. il Bund tedesco). Lo spread, ovvero la differenza tra titoli più sicuri Bund Germania e quelli meno sicuri Btp Italia, quindi aumenta. Questo di conseguenza, influenza anche i mercati e così l’indice Ftse-Mib tende a sottoperformare le altre Borse europee. Si assiste così a un’ondata ribassista (che colpisce in primis i titoli bancari) e ad un’impennata dei tassi dei titoli di stato a breve termine. Usciamo dal torpore prima che sia troppo tardi?

Andrea Zirilli

 

Appuntamento a fine mese, quando le agenzie di rating (Fitch il 31 agosto, Moody’s il 7 settembre) inizieranno a esprimersi sul tema dei temi: se l’Italia sia diventata o no una nazione da classificare, per sostenibilità del debito, a un passo dal livello spazzatura.

 


 

Al direttore - Sergio Rizzo su Affari e Finanza di Repubblica, sì il Rizzo coautore de “La casta”, pietra angolare della chiacchiera da bar erudita, dicevo che il noto giornalista e saggista c’informa di aver scoperto che no, il governo del cambiamento non ha cambiato nulla: nei centri del potere vero (gabinetto, ufficio legislativo, ecc, insomma la burocrazia di stato) ci sono sempre quelli. Una scoperta del genere merita un approfondimento, un’inchiesta, oserei dire un libro. Magari si potrebbe intitolare “La crosta”.

Valerio Gironi

Curiosità. Rizzo descrive la geopolitica dei mandarini nei ministeri partendo da un’indagine realizzata da Bistoncini Associati anticipata dal Foglio un mese fa senza citare né Bistoncini né il Foglio. Un bacio alla casta degli anticasta.

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