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lettere rubate

Le lettere di Maria Montessori, un'idea sulla libertà e sull'uguaglianza

Annalena Benini

Una delle prime donne in Italia a laurearsi in Medicina e Chirurgia a Roma, ha creduto fin da ragazza in un femminismo scientifico in cui le donne svolgono le stesse professioni dell’uomo

Cara Giuliana, l’idea non è facile da comunicare: cioè che è necessario avviare - l’umanità - considerando l’uomo fin dalla nascita. Noi dipendiamo dal bambino, tutta la nostra personalità viene da lui.
Maria Montessori, 1948

Da anni la casa editrice L’orma fa dei libri che si possono mandare per posta come un pacchetto, con un francobollo da un euro e cinquanta. Basta chiuderli e scrivere l’indirizzo sulla sovraccoperta e si spedirà una raccolta di lettere, come ad esempio queste di Maria Montessori sull’educazione e l’indipendenza, o le lettere di Louisa May Alcott, o quelle di Rosa Luxemburg. Anche le lettere di Oscar Wilde, intitolate: “Ricevo solo risposte idiote” e quelle di Proust: “Del buon uso della cattiva salute”. Sono libri spedibili.

Quello di Maria Montessori racconta, anche attraverso l’introduzione di Simone Lanza, un’idea di uguaglianza. Tra gli uomini e le donne, ma non solo: l’idea di uguaglianza sull’educazione dei fanciulli, che rigetta totalmente il destino degli sfortunati, definiti “naturalmente anormali”. Bambini dimenticati, segregati, bambini con destini già scritti di delinquenti. Maria Montessori è stata una delle prime donne in Italia a laurearsi in Medicina e Chirurgia a Roma, nel 1896 e ha creduto fin da ragazza in un femminismo scientifico in cui le donne svolgono le stesse professioni dell’uomo e possono avvalersi degli elettrodomestici per voltare le spalle, nel Novecento, al  destino di custodi della casa. “Ero disposta come una mitragliatrice in pieno Parlamento”, scrive alla sua amica giornalista Olga Ossani, delegata italiana insieme a lei al Congresso internazionale delle donne di Londra. Chiede il voto alle donne, chiede riconoscimenti, denaro, compensi per il suo lavoro, chiede ascolto, chiede moltissime cose come  una mitragliatrice.

Offre le idee elaborate per lo sviluppo di bambine e bambini in età prescolare, offre le Case dei Bambini, e già nel 1913 viene definita negli Stati Uniti “la più interessante donna d’Europa”. Occorre educare l’umanità partendo dai più piccoli, perché gli adulti sono più refrattari al cambiamento, occorre  salire fino alla loro altezza, occorre liberare le madri. Maria Montessori,  che non è più sulle mille lire perché le mille lire non esistono più, ha cambiato la pedagogia nel mondo. Scrive Simone Lanza che la figlia di Lev Tolstoj, il quale aveva litigato con  Lombroso e annotato quanto fosse una “persona limitata”, visitò nel 1914 la Casa dei Bambini a San Lorenzo a Roma e riconobbe l’affinità con lo spirito di suo padre. Scrisse: “Il cammino percorso dalla Montessori è il cammino della libertà. Gli strumenti che impiega sono la conoscenza ovvero la scienza. E la luce sotto la quale lavora è la luce dell’amore”.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.