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Sul treno deragliato, la repubblica penale continua a far danni

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Al direttore - Ulteriore aggiornamento alla nota domanda: chi candiderebbe tra Calabresi e Cerno?

Giuseppe De Filippi

 

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John Elkann direbbe Calabresi. Carlo De Benedetti direbbe Cerno. Ops.

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Al direttore - Il Giorno della memoria è stato istituito anche per spiegare ai più giovani la Shoah. Mi sia allora consentito di segnalare alla ministra dell’Istruzione e ai docenti di Storia un testo che meriterebbe di essere letto e discusso nelle nostre scuole. Sono infatti convinto che il negazionismo si combatte, più che nelle aule dei tribunali, nelle aule dei licei. Si tratta del verbale della conferenza berlinese di Wannsee, organizzata il 20 gennaio 1942 dal capo della Direzione generale per la sicurezza del Reich, Reinhard Heydrich. Con il verbale (redatto da Adolf Eichmann) e con il testo dell’autorizzazione per preparare una “soluzione globale della questione ebraica” (siglata il 31 luglio 1941 da Hermann Göring e indirizzata allo stesso Heydrich), sono state acquisite le prove definitive del genocidio progettato dai nazisti. Questi documenti attestano i tre obiettivi politici definiti dalla Direzione generale per la sicurezza: riservare esclusivamente a se stessa il compito di liquidare gli ebrei tedeschi e dell’Europa occupata; coordinare tutte le istituzioni del Reich coinvolte nella “soluzione globale”; pianificare l’eliminazione degli undici milioni di ebrei europei compresi tra il Portogallo e l’Unione Sovietica (Kurt Pätzold e Erika Schwarz, “Ordine del giorno: sterminio degli ebrei”, Bollati Boringhieri, 2000).

Michele Magno

 

Al direttore - Nominata senatore a vita, Liliana Segre ha più volte ricordato la storia di lei bambina che, senza capirne le ragioni, venne cacciata dalla scuola che frequentava. Quella bambina di allora varcherà, a 87 anni, la soglia di Palazzo Madama. Le sue commosse parole sono un riconoscimento per il nobile gesto del presidente Mattarella. Ma suonano oggettivamente come una critica per istituzioni che hanno lasciato trascorrere tanto tempo prima di compiere un atto di giustizia.

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Giuliano Cazzola

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Al direttore - Pioltello… Tutti concentrati sull’inchiesta penale, l’aspetto meno interessante perché a mancare è soprattutto la discussione sulle responsabilità politiche. E’ l’unica via per cercare di risolvere i problemi peraltro emersi da tempo. La repubblica penale continua a fare danni e non solo per colpa dei magistrati.

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Frank Cimini

 

Al direttore - Con riferimento all’argomento trattato sul Foglio del 26 gennaio, l’aspetto singolare delle proposte dei partiti in campagna elettorale non sta, a mio parere, tanto in una sorta di violazione “anticipata” dell’art. 81 della Costituzione – che ovviamente non è ancora avvenuta – quanto nell’inconsapevolezza o nell’occultamento di una tale possibile rotta di collisione. Questa non sarebbe di per sé condannabile – fermo restando il giudizio politico – se fosse trasparente e fosse accompagnata dall’indicazione dei modi in cui si intenda fronteggiare la confliggenza. Ma ancor più rilevante è il silenzio sulla normativa che ha determinato l’accentuazione del rigore dell’art. 81, il Fiscal compact, che diversi partiti, a cominciare da quello di maggioranza relativa, fino a qualche mese fa dichiaravano di volere superare. E’ lecito conoscere quale sia oggi la loro posizione al riguardo? Ci si è spostati sul progetto degli economisti franco-tedeschi che vorrebbero sostituire il Fiscal compact con limitazioni della spesa pubblica nominale e altre misure? Si pensa ancora alla flessibilità nei conti pubblici? Si vuole la “golden rule” per gli investimenti pubblici? E si accetterà la trasformazione del Fiscal compact in una Direttiva? E tutte le analisi sul contrasto di questo accordo intergovernativo con i Trattati fondativi dell’Unione che fine hanno fatto? Si teme di scendere nel merito perché i partiti non vogliono correre il rischio di “scomuniche” europee o aspirano a una legittimazione da parte delle istituzioni comunitarie secondo il plurisecolare comportamento con i potentati esteri? Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

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