“Troppi mediatori” in Libia. L'Italia chiede di lasciare spazio all’Onu
La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Times, Sueddeutsche Zeitung, Parisien, New York Times, Observer
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Libia: l’Italia esorta tutti a fare un passo indietro e a lasciare spazio all’Onu
Londra, 18 set 08:31 - (Agenzia Nova) - Il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, ha dichiarato che i tentativi di risolvere la crisi in Libia sono falliti a causa della presenza di “troppi mediatori” e “troppi negoziatori” e ha esortato altri paesi a rinunciare a iniziative in proprio e a lasciare il campo alle Nazioni Unite. L’esponente del governo guidato da Paolo Gentiloni, intervistato dopo aver partecipato a una riunione di ministri degli esteri a Londra volta a unire le forze a sostegno dell’inviato dell’Onu, Ghassan Salamé, ha detto che “è tempo di voltare pagina”. Il titolare della Farnesina, inoltre, ha negato che l’Italia abbia pagato tangenti alle milizie libiche per frenare il flusso migratorio.
Cosa fare delle armi sequestrate nel Mediterraneo?
Berlino, 18 set 08:31 - (Agenzia Nova) - La missione navale Ue "Sophia", al largo delle coste libiche, è chiamata a contrastare non soltanto il traffico di esseri umani, ma anche il contrabbando di armi verso quel paese, sulla base di una risoluzione delle Nazioni Unite dell’ottobre del 2015. Dall'inizio della missione le unità navali dei vari paesi coinvolti, inclusa la Germania, hanno sequestrato fucili automatici, mortai, granate e munizioni a bordo di una nave da carico. I migranti che vengono soccorsi in mare vengono portati in Italia, ma cosa fare delle armi sequestrate? Si tratta di un quesito spinoso per Bruxelles, dal momento che le operazioni di stoccaggio e distruzione delle armi ha costi non indifferenti. Per il momento, il carico d’armi sequestrato è stato immagazzinato nel porto di Augusta, ma l'Italia non intende farsene carico. I francesi avevano offerto 64.000 euro per l’immagazzinamento, ma nessun altro paese si è proposto di contribuire. In un documento del Comitato militare della Ue si legge che le armi in nessun caso, se non per cause di forza maggiore, dovrebbero essere affondate nel Mediterraneo.
Libia, migranti "soccorsi" sullo sfondo di accuse di trattamenti disumani
Parigi, 18 set 08:31 - (Agenzia Nova) - Le carrette del mare hanno ripreso la rotta migratoria tra la Libia e l'Italia: lo riporta il quotidiano francese "Le Parisien" riferendo che l'organizzazione non-governativa (ONG) SOS Méditerranée da giovedì scorso ha soccorso circa 1.800 migranti e che oltre 3 mila sono stati raccolti invece dalla guardia costiera libica in dodici distinte operazioni, come ha reso noto ieri domenica 17 settembre un portavoce della marina militare del paese magrebino. In generale però, scrive il "Parisien", il flusso migratorio dal Nordafrica verso le coste dell'Italia è nettamente diminuito dalla metà dell'estate appena trascorsa: "L'esperienza degli ultimi mesi mostra quello che può essere fatto, ci sono meno arrivi e pure meno morti in mare", si è vantato ieri il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Un risultato, sostiene il giornale francese, che è frutto sia delle regole imposte contro le ONG, accusate di aver avuto "comportamenti che favoriscono l'immigrazione illegale"; sia soprattutto degli accordi che l'Italia è sospettata di aver stretto con i capi di alcune milizie libiche, che prima erano coinvolte nel traffico di esseri umani e che adesso si sono convertite alla lotta contro l'immigrazione clandestina. Ma ora è proprio il trattamento inflitto ai migranti che vengono riportati o trattenuti in Libia a suscitare grande scandalo: essi vengono infatti rinchiusi in centri di detenzione in territorio libico in condizioni spaventose, oppure vagano nel paese nordafricano alla mercé di ogni tipo di violenze e abusi. Di queste preoccupazioni si è fatto portavoce il Partito radicale, che ha presentato alla procura di Roma un esposto: "Chiediamo alla magistratura di accertare se in Libia l'Italia abbia pagato per fermare il flusso migratorio al prezzo di gravissime violazioni dei diritti dell'uomo, del diritto internazionale e della legge italiana", spiega al "Parisien" il segretario nazionale dei Radicali, Riccardo Magi; da parte sua il ministro dell'Interno Marco Minniti, che lo scorso mese ha tenuto molte riunioni con esponenti locali libici, ha smentito di aver avuto qualsiasi contatto diretto o indiretto con qualsivoglia milizia.
Tim: ministro Calenda annuncia ricorso a "golden power"
New York, 18 set 08:31 - (Agenzia Nova) - Il governo italiano potrebbe ricorrere al cosiddetto "golden power" nei confronti di Telecom Italia, attivando i poteri speciali che gli consentono di blindare una società qualora sia in pericolo l'interesse nazionale. Roma è ancora impegnato a valutare le modalità attraverso cui il gruppo mediatico francese Vivendi ha costruito la propria partecipazione alla compagnia italiana. "Andiamo verso un periodo in cui le relazioni economiche internazionali saranno più dure, e dunque l’Italia deve avere anche la capacità di essere assertiva quando deve difendere le proprie posizioni. Questo vale quando applichiamo finalmente, per la prima volta, il golden power", ha spiegato sabato il ministro dell'Industria italiano, Carlo Calenda. I funzionari dello Stato italiano dovrebbero riunirsi il 25 settembre prossimo per stabilire se sanzionare o meno Vivendi per non aver riferito all'ufficio del primo ministro italiano di aver assunto il controllo di fatto di Tim.
Il Prosecco vittima del suo successo
Londra, 18 set 08:31 - (Agenzia Nova) - Il settimanale britannico “The Observer” intervista Stefano Zanette, presidente del principale consorzio veneto di produttori di Prosecco, impegnato in una nuova battaglia riguardante il celebre vino frizzante, quella dei prezzi. La Gran Bretagna è il principale mercato, con 105 milioni di bottiglie vendute l’anno scorso. Il problema è che una bottiglia, la cui produzione costa tre sterline, viene venduta a 1,5. Secondo Carlo Petrini, fondatore di Slowfood, gli attuali volumi commerciali non sono un bene per il prodotto e per il suo territorio. Zanette ritiene che sia possibile soddisfare la domanda e mantenere la qualità.
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