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Tutti i guai di Roma, tra risse idriche e trasporti al collasso

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di New York Times, Figaro, Times, Financial Times

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Roma, la giunta comunale alle prese col collasso dei trasporti
New York, 31 lug 08:35 - (Agenzia Nova) - L'amministrazione pentastellata del Comune di Roma è alle prese con la crisi gravissima della municipalizzata dei trasporti urbani Atac, che sta soffocando sotto una pila di debiti e secondo l'amministratore dimissionario, Bruno Rota, dovrebbe dichiarare bancarotta. Rota ha abbandonato al guida della società venerdì, denunciando "Uno scandalo terrificante. Ho addirittura paura a restare qui". Intervistato dal quotidiano "La Repubblica", l'ex ad ha parlato di una situazione "peggiore di quanto si possa immaginare", ed ha negato di essere stato licenziato dal sindaco, Virginia Raggi: "ho presentato io stesso una lettera di dimissioni una settimana fa", ha dichiarato.
 
Rubinetti a secco a Roma
Londra, 31 lug 08:35 - (Agenzia Nova) - Roma, la città famosa per le sue terme, i suoi acquedotti e le sue fontane monumentali, rischia il razionamento dell’acqua, riferisce il quotidiano britannico “The Times”. L’erogazione potrebbe essere tagliata per otto ore al giorno con turni che potrebbero interessare un milione e mezzo di residenti. La Regione Lazio ha ordinato ad Acea di interrompere i prelievi dal Lago di Bracciano, il cui livello è ai limiti del disastro ambientale. L’utility è ricorsa in appello mentre è in corso un’indagine sulla crisi idrica del lago. L’emergenza siccità riguarda dieci regioni in Italia.
  
 
Macron sostituisce Merkel come spina nel fianco dell’Italia
Londra, 31 lug 08:35 - (Agenzia Nova) - Quella passata è stata una settimana torrida per i rapporti tra l’Italia e la Francia, osserva il “Financial Times”: il presidente francese, Emmanuel Macron, prima ha incontrato il presidente statunitense, Donald Trump, a Parigi nel giorno della Presa della Bastiglia, proponendosi come il collegamento chiave tra gli Stati Uniti e l’Europa; poi ha organizzato un vertice coi leader della Libia, scavalcando il tradizionale ruolo diplomatico italiano nel paese nordafricano; infine, ha deciso di nazionalizzare i cantieri navali Stx per impedirne l’acquisizione da parte di Fincantieri. Dalla crisi finanziaria l’Italia coltiva un risentimento verso la Germania, per le sue pressioni per politiche di austerità e regole bancarie severe; a due mesi dalla sua elezione, il leader dell’Eliseo è riuscito a sostituire la cancelliera tedesca, Angela Merkel, come spina nel fianco dell’Italia. Un editoriale non firmato del quotidiano, attribuibile alla direzione, parla di un “evidente senso di tradimento” a Roma, che aveva riposto speranze nella nuova leadership francese. Anche se Parigi può condividere alcune posizioni di Roma sulla disciplina di bilancio, è chiaro che la sua priorità è il rapporto con Berlino. A ciò si aggiungono altri motivi di frizioni, come quelli sulle migrazioni e sull’economia. Secondo il commento, la decisione su Stx non è troppo sorprendente e Macron ha il diritto di nazionalizzare i cantieri, ma dovrebbe mostrare più sensibilità verso Roma sotto altri aspetti. L’esito del vertice sulla Libia è promettente, ma l’iniziativa unilaterale dimostra una “preoccupante propensione al protagonismo”. L’Italia merita sostegno sia nella gestione dell’emergenza migrazioni che nella costruzione di una politica migratoria europea di lungo termine.
 
Cantieri Stx: si riaffaccia l'idea di una "Airbus navale"
Parigi, 31 lug 08:35 - (Agenzia Nova) - Atteso a pié fermo in Italia domani martedì 1° agosto, il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, intende mettere sul tavolo una proposta ambiziosa: l'alleanza tra i cantieri Stx France di Saint Nazaire e Fincantieri nel civile (navi da crociera), ma anche nel settore navale della difesa. Lo riferisce il quotidiano francese "Le Figaro", secondo cui il governo di Parigi pensa così di far sbollire l'ira degli italiani per la clamorosa decisione di nazionalizzare temporaneamente Stx France dopo il mancato accordo sulla composizione dell'azionariato dei cantieri di Saint Nazaire: Le Maire ha presentato questa proposta come "un gesto di apertura da parte del presidente" francese Emmanuel Macron in un'intervista televisiva al "Journal du Dimanche" sulla rete "Europe 1": l'idea sarebbe in sostanza di "esaminare" la possibilità che Francia ed Italia uniscano le forze nel settore della costruzione di unità navali militari di superficie (fregate e portaerei) per edificare un "grande campione dell'industria navale europea". Un tale scenario, scrive il "Figaro", permetterebbe alla Francia di prendere due piccioni con una fava: proteggere i propri interessi strategici nei cantieri di Saint Nazaire, gli unici nel paese in grado di realizzare i grandi scafi delle portaerei; ed offrire all'Europa un embrione di polo navale civile e militare franco-italiano a cui, sull'esempio di Airbus nell'aeronautica, in futuro si potrebbero aggiungere altri grandi paesi europei. Pietra angolare di un tale progetto è la società statale francese Naval Group (ex Dcns) proprietaria dei cantieri navali militari di Brest, Cherbourg e Toulon; condizione essenziale, secondo il governo di Parigi, è che Naval Group entri nel capitale di Stx France su un piede di parità con i soci italiani di Fincantieri. L'idea però non è nuova, ricorda il "Figaro"; e sebbene tutti in Europa si rendano conto dello svantaggio rappresentato, di fronte ai giganti anglo-sassoni del settore, dalla frammentazione delle imprese europee costrette a farsi una guerra fratricida per accaparrarsi le briciole delle grandi commesse internazionali, nessun paese finora è stato disposto a rinunciare al controllo dei propri cantieri navali.
 
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Cipro, nuovo incrocio gassifero del Mediterraneo
Parigi, 31 lug 08:35 - (Agenzia Nova) - Il quotidiano francese "Le Figaro" pubblica un'articolata analisi delle implicazioni economiche e geo-politiche venutasi a creare nel Mediterraneo Orientale con la scoperta di importanti giacimenti di gas sul fondo marino: uno scacchiere con al centro l'Isola di Cipro, il cui governo (membro dell'Unione Europea) ha concesso a diverse società petrolifera i diritti di esplorazione e sfruttamento delle riserve presenti sotto le sue acque territoriali francese; suscitando però appetiti e recriminazioni da parte degli altri attori politici dell'area (Turchia, Egitto e Libano, soprattutto). La tensione è ulteriormente salita da quando la francese Total e l'italiana Eni hanno, recentemente, iniziato le perforazioni sui fondali: tanto che la Francia ha deciso di stazionare in pianta stabile due fregate, "Langedoc" e "La Fayette", nel porto cipriota di Larnaca benché formalmente facciano parte della missione delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace in Libano.
 
 
PANORAMA INTERNAZIONALE
 
 
Berlino e Parigi per una “autonomia strategica” nella politica della Difesa
Berlino, 31 lug 10:06 - (Agenzia Nova) - La Germania e la Francia si impegnano a garantire che l’Unione europea raggiunga una “autonomia strategica” nella definizione delle proprie politiche della Difesa. L'obiettivo è stato formulato dai due Paesi in una proposta congiunta per lo sviluppo della “cooperazione strutturata permanente”, accettata dal Consiglio europeo in linea di principio già nel mese di giugno. Secondo la “Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung” (Fas), tale proposta è stata trasmessa anche agli altri paesi dell’Unione europea. Nel documento viene descritta una “visione a lungo termine” che vede le Forze armate europee esercitare compiti militari “in aggiunta alla Nato, che continuerà ad essere la pietra angolare della difesa collettiva dei suoi membri”. La proposta franco-tedesca è il risultato del recente Consiglio di Difesa dei due Paesi tenutosi a metà del mese scorso. I governi si impegnano a destinare alla Difesa circa il 2 per cento del Pil. Inoltre gli Stati dovrebbero sottoporsi a una revisione annuale della loro pianificazione delle forze da parte dell’Agenzia europea per la Difesa, che andrebbe notevolmente estesa nelle sue funzioni e disponibilità. I paesi dell'Ue dovrebbero mantenere le forze pronte a intraprendere missioni congiunte e aumentare la loro interoperabilità. Dovrebbero anche assicurare decisioni politiche rapide sul trasferimento delle forze. Questo potrebbe influenzare “la revisione del processo decisionale nazionale”, sostiene il quotidiano. In Germania, la legge sulla partecipazione è parlamentare. Il capo della politica estera della Ue, Federica Mogherini, avanzerà una proposta concreta su queste questioni entro la fine di settembre. Dopo di che, gli Stati avranno tre mesi di tempo per decidere circa la loro partecipazione. Come ha riferito la "Fas", il governo federale tedesco prevede un voto positivo da parte di 20-25 Stati membri. Appare incerta la partecipazione della Polonia, anche se gli altri paesi del gruppo di Visegrad paiono determinati a farlo.
 
Germania, nuove richieste di espulsioni per i rifugiati violenti dopo gli ultimi attacchi mortali
Berlino, 31 lug 10:06 - (Agenzia Nova) - Dopo l’attacco ad un supermercato di Amburgo messo in atto da un 26 enne palestinese noto islamista, nato negli Emirati Arabi Uniti, che ha ucciso un 50 enne e ferito altre 7 persone, si fa più forte in Germania la richiesta di espulsione per i richiedenti asilo pericolosi. L'attenzione torna inoltre a posarsi sul lavoro delle forze dell'ordine, che ancora una volta non sono state in grado di prevenire gli atti violenti di soggetti già noti per la loro pericolosità e il loro profilo ideologico radicale. Richieste di chiarimento sono state avanzate a questo proposito dal senatore socialdemocratico Andy Grote. Il segretario generale dell’Unione cristiano sociale (Csu), Andreas Scheuer, ha detto alla “Bild am Sonntag” che “i circoli viziosi procedurali devono essere superati. Se un radicalizzato è noto, deve essere messo fuori gioco e fermato prima che commetta atti di quel tipo”. L’esperto socialdemocratico (Spd) di politica interna Burkhard Lischka così si è espresso al riguardo: “Anche se le circostanze concrete non sono ancora chiare, si pone la questione del perché l’uomo non fosse in stato di detenzione”. Lischka ha aggiunto che “va posta in essere una maggiore pressione economica sui quei paesi non cooperativi che non consentono il rimpatrio dei loro cittadini pericolosi”. L’esperto di politica interna dell’Unione cristiano democratica (Cdu), Armin Schuster, ha richiesto maggiore impegno per i rimpatri da parte del governo. Da sabato scorso è in vigore la nuova legge sulla politica degli espatri. Ai potenziali aggressori potrà essere applicata una cavigliera elettronica. Il 26 enne che venerdì pomeriggio aveva attaccato con un coltello i clienti di un supermercato del quartiere Barmbek di Amburgo era arrivato in Germania nel 2015, come rifugiato. Prima era stato in Norvegia, Svezia e Spagna. Gli era già stato notificato il rifiuto della domanda di asilo, e non aveva presentato ricorso. Il cancelliere Angela Merkel (Cdu) ha dichiarato: “L’atto di violenza deve essere e sarà chiarito”. Merkel ha poi manifestato la propria solidarietà alle vittime e ha ringraziato quanti hanno fermato l’aggressore prima dell’arrivo della polizia, ricordando che tra costoro c'erano "diversi immigrati". Domenica, però, la Germania ha dovuto fare immediatamente i conti con un altro gravissimo episodio di violenza: un immigrato iracheno ha aperto il fuoco con un'arma automatica in una discoteca di Costanza, uccidendo una persona e ferendone altre tre prima di essere a sua volta ucciso dalla Polizia. All'indomani dell'episodio, le autorità sostengono però che non si sia trattato di un atto di terrorismo.
 
Francia, di fronte alle critiche Macron cambia metodo
Parigi, 31 lug 10:06 - (Agenzia Nova) - I segnali non possono ingannare: dopo il brusco calo nei sondaggi ed il caotico debutto dei lavori parlamentari, il neo presidente francese Emmanuel Macron intende riprendere le redini del suo esecutivo e cambiare diversi aspetti del metodo di funzionamento della sua squadra; è questa, secondo il quotidiano conservatore "Le Figaro", la novità politica che accompagnerà i francesi nelle vacanze estive. Nel mirino della "Stagione 2" di Macron c'è innanzitutto la modestissima figura rimediata all'Assembea Nazionale dal suo partito La République en Marche (Lrem, "La Repubblica in Marcia"; ndr): nonostante Lrem disponga infatti di una maggioranza schiacciante, l'inesperienza della maggior parte dei suoi deputati ha dato vita ad una cacofonia di voci quando il governo ha presentato le sue prime riforme, fino a cader spesso vittima delle trappole procedurali architettate dalle opposizioni di destra e di sinistra. Il risultato è che il presidente ha deciso di modificare il calendario legislativo, rinviando all'autunno la tanto annunciata legge sul "diritto all'errore" dei cittadini nei confronti del fisco. Un alto grattacapo per Macron è costituito dal partito stesso, che in meno di un anno di vita ha raccolto circa 370 mila iscritti: mossi da motivazioni e da aspirazioni assai disparate, dopo la lunghissima campagna elettorale sono stati sostanzialmente abbandonati a sé stessi; a dimostrazione del malcontento che serpeggia nella base, un folto gruppo di collettivi di base si è persino rivolto alla magistratura per invalidare il voto online che dovrebbe approvare il nuovo statuto del partito. Alla revisione in corso non sfugge neppure i governo stesso e Macron ha spronato i suoi ministri ad una maggiore chiarezza nei testi legislativi, per "farsi capire dai cittadini" e "dare un senso alle decisioni"; a tale scopo, li ha caldamente invitati ad evitare di adagiarsi nel confortevole sostegno offerto dai tecnici dei ministeri: sorprendente evoluzione, commenta il "Figaro", di un uomo che proprio nella tecnostruttura ha percorso tutta la sua precedente carriera. Il cambiamento più visibile comunque, almeno nell'immediato, sarà nella comunicazione: bando alle immagini forti ed agli annunci solo simbolici, avanti con le spiegazioni articolate sull'azione di governo. L'esempio negativo che Macron indica è il modo con cui il ministro del Bilancio, Gérald Darmanin, ha annunciato i tagli alla spesa pubblica elencandoli brutalmente senza neppure un minimo di concertazione con i ministri interessati. Il nuovo leit-motiv del governo Macron, conclude il "Figaro", si riassume in una frase che il presidente in questi giorni ama ripetere: "Se quello che facciamo non va, ricordiamoci che non è scolpito nel marmo".
 
Usa: riforma sanità, Trump "minaccia" i senatori
New York, 31 lug 10:06 - (Agenzia Nova) - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non intende rinunciare alla promessa di abrogare la riforma della sanità Affordable Care Act e sostituirla con un sistema alternativo e finanziariamente sostenibile: una proposta che il Partito repubblicano reitera da anni, ben prima che Trump ottenesse la presidenza come outsider conservatore, ma che proprio il partito, ottenuta la maggioranza al Congresso, non è in grado di mantenere. Domenica Trump ha minacciato i senatori del suo partito di privarli di una serie di benefit sanitari e di sospendere i finanziamenti federali agli assicuratori convenzionati nell'ambito della riforma voluta da Barack Obama, che sta gradualmente implodendo a causa dei costi insostenibili sia per gli assicuratori che per gli assicurati. "Se non verrà rapidamente approvata una nuova bozza di riforma della sanità, i trasferimenti di liquidità alle compagnie assicurative e ai membri del Congresso finiranno molto presto!" ha avvertito Trump via Twitter. Una minaccia che non è piaciuta ai senatori, specie i "dissidenti" del suo partito che nelle ultime settimane hanno fatto naufragare gli sforzi di riforma della sanità tentati dall'establishment repubblicano. Usa "dissidenti" - la senatrici Susan Collins del Maine, che ha costantemente osteggiato le bozze di riforma della sanità del suo partito - ieri ha concesso una intervista alla Cnn, opponendo al presidente le stesse argomentazioni dell'opposizione democratica: i trasferimenti alle compagnie assicurative, ha detto, servono soprattutto a sussidiare i cittadini sotto la soglia di povertà, e dunque "nuocerebbe" ai cittadini più poveri.
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