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Tajani smorza i toni su Trump: le critiche non cancellano il buon rapporto tra Bruxelles e Washington

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Mundo, Financial Times, Figaro, Telegraph

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Tajani: gli Usa possono criticare, ma la Ue non si distrugge
Madrid, 2 feb 08:32 - (Agenzia Nova) - Di fronte alla lettera in cui il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha descritto come "una minaccia" il presidente degli Usa Donald Trump, Antonio Tajani "è molto più cauto. Sfodera le unghie per l'Unione europea ma evita sempre di alzare i toni". Lo scrive il quotidiano spagnolo "El Mundo", presente a una intervista collettiva rilasciata dal presidente dell'Europarlamento. L'ex commissario ricorda che le critiche legittime e il confronto non cancellano il rapporto tra Bruxelles e Washington, rivendicando comunque il fatto che nessuno può dettare l'agenda all'Unione europea, soggetto da rinforzare "ma non contro gli Stati Uniti": "Siamo una regione democratica, senza pena di morte. Siamo indipendenti, siamo liberi". Tajani ha quindi insistito sulla necessità di affrontare "il terrorismo, il fondamentalismo" e "non i paesi musulmani", ricordando a Trump non può considerare un problema la richiesta di asilo da parte di alcune migliaia di migranti, quando da questa parte dell'Atlantico sono milioni. L'Ue va sicuramente migliorata e svecchiata dalla burocrazia, spiega Tajani difendo però l'istituzione da lui presieduta come "la casa della democrazia". Idee che vanno sostenute con forza dinanzi a tutti, Stati Uniti compresi: "ci possono criticare, ma distruggere l'Unione europea è un'altra cosa".
   
Continua su El Mundo
Le obiezioni Usa riaccendono le critiche europee sulla politica commerciale tedesca
Londra, 2 feb 08:32 - (Agenzia Nova) - L'attacco di Peter Navarro, direttore del National Trade Council statunitense, alla Germania, accusata di sfruttare l'euro debole per trarre un vantaggio commerciale sugli Stati Uniti, ha riacceso un dibattito di lungo corso sulla politica economica tedesca e il suo approccio all'unione monetaria. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, riferisce il "Financial Times", ha parlato di "un'analisi infondata", ma altri esponenti politici europei hanno criticato Berlino per l'insufficiente stimolo della domanda interna. L'ex presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha sottolineato che il surplus commerciale della Germania è del nove per cento del prodotto interno lordo, mentre secondo le regole non dovrebbe superare il sei.
L'Italia resiste alle richieste di tagli di Bruxelles
Parigi, 2 feb 08:32 - (Agenzia Nova) - Oggi giovedì 2 febbraio il governo italiano invierà alla Commissione europea la sua lettera di risposta alle esigenze in materia di conti pubblici espresse da Bruxelles il 16 gennaio scorso: ma Roma sembra intenzionata a resistere alle richieste di tagli e pronta ad effettuare solo ad aggiustamenti contabili; lo ha confermato ieri mercoledì 1° febbraio il premier Paolo Gentiloni nel corso dell'incontro nella capitale italiana con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
  
L'Italia si impagna ad adottare le "misure necessarie" per soddisfare la richiesta dell'Ue sui tagli di bilancio
Londra, 2 feb 08:32 - (Agenzia Nova) - L'Italia, riferisce il "Financial Times", si è impegnata a far fronte con misure contro l'evasione fiscale e di risparmio alla richiesta della Commissione europea di un'ulteriore riduzione del deficit di bilancio. Il ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha comunicato a Bruxelles che il governo sta prendendo i provvedimenti necessari. L'Unione Europea chiede tagli per 3,4 miliardi di euro, pari allo 0,2 per cento del prodotto interno lordo.
L'Italia creerà una task force per attirare banche e imprese da Londra a Milano
Londra, 2 feb 08:32 - (Agenzia Nova) - L'Italia, riferisce il quotidiano britannico "The Telegraph", creerà una task force incaricata di attirare a Milano imprese e investitori in vista dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, sostenendo che la capitale finanziaria italiana può essere una valida alternativa alla City: "Chi dice che le società che lasciano Londra devono trasferirsi tutte a Francoforte?", ha domandato il titolare della Farnesina.
 
PANORAMA INTERNAZIONALE
 
Francia, ora è Macron il favorito alle presidenziali
Parigi, 2 feb 09:49 - (Agenzia Nova) - La campagna per le elezioni presidenziali che si terranno in Francia di aprile-maggio non cessa di riservare soprese: secondo un sondaggio elaborato dalla società di rilevazioni demografiche Elabe per il quotidiano economico "Les Echos", ora il favorito sarebbe Emmanuel Macron, l'ex ministro dell'Economia che alla fine della scorsa estate ha lasciato i governo socialista per presentarsi da candidato indipendente alle presidenziali alla testa del suo nuovo movimento "En Marche!" ("In Marcia!", ndr) con un programma riformatore di stampo liberale ed una collocazione di centro-sinistra. Secondo "Les Echos" è il candidato che sta traendo il massimo vantaggio dallo scandalo che ha investito Francois Fillon: secondo il sondaggio in questione, infatti, non soltanto Macron sopravanzerebbe abbondantemente il candidato del centro-destra al primo turno del 23 aprile; ma al secondo turno del 7 maggio sarebbe anche in grado di battere la leader di estrema destra Marine Le Pen, con un confortevole 65 per cento delle intenzioni di voto contro il 35 per cento della presidente del Front national (Fn).
 
Regno Unito, 2016 anno record per l'antisemitismo
Gerusalemme, 2 feb 09:49 - (Agenzia Nova) - Il Regno Unito ha vissuto lo scorso anno un consistente aumento degli episodi di antisemitismo: lo ha riferito il Community Security Trust (Cst), un ente di beneficenza che dal 1984 monitora i casi di antisemitismo nel paese. L'ente ha registrato lo scorso anno 1.309 incidenti antisemiti a livello nazionale, un aumento del 36 per cento rispetto ai 960 del 2015. Il record precedente, toccato nel 2014, era stato di 1.182 incidenti. L'abuso verbale rivolto alle persone visibilmente ebraiche in pubblico è stato il tipo più comune di incidenti registrati nel 2016 (29 per cento del totale). Il 22 per cento degli incidenti antisemiti sono stati perpetrati attraverso i social media, l'8 per cento attraverso aggressioni violente e circa il 5 per cento ha riguardato il danneggiamento e la profanazione delle proprietà ebraiche.
 
Spagna: crepa ai piani alti di Podemos, si accende il dibattito nel partito antisistema
Madrid, 2 feb 09:49 - (Agenzia Nova) - L'animato dibattito che attraversa da settimane Podemos - terza, ma forse seconda forza politica spagnola -, ha presentato un primo salato conto politico. Carolina Bescansa, cofondatrice e uno dei volti più noti di Podemos, non si presenterà alla direzione del partito nel congresso che si apre a breve. Rinuncia rumorosa che non porta la numero tre all'uscita dal partito, ma che accende i riflettori sul derby tra segretario generale e segretario politico. I due si misurano sulla diversa strategia che si vuol dare a Podemos, formazione che deve in gran parte alla sua natura "antisistema" la fortuna politica sin qui accumulata. Podemos è attualmente la terza forza parlamentare, ma i sondaggi lo spingono spesso appena dietro i popolari (Pp) al governo e, soprattutto, davanti ai socialisti del Psoe. Le differenti strategie politiche, con buona pace della sintesi, sono scritte nei programmi delle due liste che si presentano al congresso. Nel suo "Battere il Pp e governare la Spagna", Iglesias scrive che "la costruzione del movimento popolare" e la spinta alla mobilizzazione sociale sono le "uniche forme per avanzare". Errejon risponde che assumere "l'iniziativa politica e istituzionale" è la via giusta per "conquistare credibilità" e ambire sul serio a vincere le elezioni. Non basta "scavare trincee" e "fuggire da qualsiasi impegno o compromesso", scrive il numero due", perché "la vittoria del cambio arriverà quando riusciremo ad allontanare le paure che evochiamo". Criticando "la banalizzazione del dibattito" in un partito "ping-pong", Bescansa - da sempre più vicina a Pablo -, si è mossa in autonomia, offrendo ai due contendenti un campo neutro dove confrontare le diverse visioni del partito. Mossa, scrivono i media locali, giudicata come qualcosa di molto vicino a un tradimento da parte di Iglesias. Di fatto, scrive "El Mundo", Bescansa ha dato vita a un dibattito "paritario" tra le basi, offrendo al numero due del partito la possibilità di chiedere al leader analoghi equilibri al congresso. Stanca e "infastidita" dalle reazioni di Iglesias, la donna forte del partito ha deciso di non presentarsi nella lista ufficiale di aspiranti alla direzione, pur mantenendo tessera e posizione parlamentare nel gruppo.
 
Usa, le telefonate "minatorie" di Trump ai leader di Messico e Australia
Washington, 2 feb 09:49 - (Agenzia Nova) - La stampa Usa dà ampio risalto alle indiscrezioni riguardanti le recenti conversazioni telefoniche del presidente Usa Donald Trup con il suo omologo messicano, Enrique Pena Nieto, e con il premier australiano Malcom Turnbull. In entrambi i casi, Trump avrebbe adottato toni ai limiti dell'intimidazione, tanto che la telefonata con Turnbull, primo ministro di uno degli storici alleati degli Stati Uniti, si sarebbe bruscamente conclusa dopo appena 25 minuti. Stando alla "Wasshington Post", la chiamata a Turnbull, risalente al 28 gennaio scorso, si sarebbe dovuta protrarre, secondo il programma, per almeno un'ora. Trump avrebbe però attaccato a testa bassa il suo interlocutore per un accordo recentemente sottoscritto da Canberra con la precedente amministrazione Obama, che impegna gli Usa ad accogliere 1.250 rifugiati attualmente confinati in centri di detenzione australiani. "E' il peggiore accordo di sempre", sarebbe sbottato Trump al telefono, affermando che accogliere i rifugiati significherebbe "farmi uccidere politicamente". Stando alle ricostruzioni del quotidiano Usa, che cita fonti dell'amministrazione presidenziale, Trump avrebbe accusato Turnbull di voler esportare negli Usa "i prossimi attentatori di Boston". Ad un certo punto, prima di interrompere la chiamata, Trump avrebbe avvertito il premier australiano di aver già discusso al telefono con altri capi di Stato quello stesso giorni - incluso il presidente Russo Vladimir Putin - e che quella in corso era "di gran lunga la chiamata peggiore". Le indiscrezioni fornite dalla "Washington Post" cozzano con il resoconto ufficiale della chiamata fornito dalla Casa Bianca, secondo cui i due leader avrebbero "enfatizzato le forza e la vicinanza delle relazioni bilaterali, fondamentali per la pace, la stabilità e la prosperità della regione dell'Asia-Pacifico e globali". Il confronto telefonico con il presidente messicano Enrique Pena Nieto è stato, se possibile, ancor più acceso, almeno stando alle indiscrezioni raccolte dall'"Associated Press", che però il governo messicano ha tenuto a smentire. Pare infatti che discutendo del piano per il muro al confine tra Usa e Messico, che ha fatto precipitare le relazioni bilaterali, Trump abbia addirittura minacciato Neto di inviare le Forze armate Usa in territorio messicano: "Ci sono un sacco di 'bad hombre' (individui poco raccomandabili, ndr) dalle vostre parti. Non state facendo abbastanza per fermarli. Penso che i vostri soldati abbiano paura. I nostri no, potrei inviarli laggiù ad occuparsi della questione", avrebbe affermato il presidente Usa. La Casa Bianca, almeno per il momento, non ha commentato ufficialmente le indiscrezioni. Il governo messicano, invece, le ha definite "ricostruzioni non accurate". Sia come sia, i governi dei due paesi paiono intenzionati ad accantonare, almeno per il momento, le gravissime tensioni della scorsa settimana: stando a un documento governativo messicano, infatti, i due paesi si preparano ad avviare la rinegoziazione del North American Free Trade Agreement (Nafta), come promesso dal presidente Usa nel corso della campagna elettorale. Un comunicato pubblicato sul sito web dei ministri di Esteri ed Economia messicani riferisce che il governo ha avviato una consultazione di 90 giorni con il settore privato "in concomitanza con le procedure interne del governo degli Stati Uniti".
 
La Tunisia richiede l’estradizione di un sospetto terrorista arrestato in Assia
Berlino, 2 feb 09:49 - (Agenzia Nova) - Un portavoce del ministero della Giustizia tedesco ha reso noto che le autorità tunisine hanno richiesto l’estradizione di uno dei sospetti terroristi arrestati mercoledì in Assia. L’uomo, un 36 enne sospettato di pianificare attentati in Germania per conto dell’Isis, era stato già identificato dalla polizia tunisina, secondo l’esperto di terrorismo Sufian al-Saliti, e sembra sia coinvolto nell’attacco del marzo 2015 al museo del Bardo a Tunisi. L’uomo era già stato arrestato in Germania, ma poi rilasciato perché le autorità tunisine non avevano recapitato i documenti necessari all’estradizione.
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