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Innamorato Fisso

La storia di come sono diventato viticoltore

Maurizio Milani

E' partito tutto da un debito non ripagato. Ho dovuto mettere dei soldi di tasca mia per non gravare sull'onore del defunto

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Viene una persona distinta all’obitorio e mi fa: “Non è il momento! Però sì! La salma 31 mi doveva dei soldi che gli avevo prestato”. Io: “Di che cifra stiamo parlando?”. Lui: “15 euro!”. Io: “Così pochi?”. Lui: “Sono una persona onesta!”. Io: “Va bene! Li metto di tasca mia, ecco i 15 euro”. Dopo un’oretta arriva un’altra persona: “Non per mancarle di rispetto, ma la salma 14/b mi doveva dei soldi…”. Io: “Quanto?”. Lui: “Un euro!”. Io: “Ecco due euro, tenga pure il resto”. A vedere la scena c’era un parente della salma 14/b, che fa: “Lei è un uomo molto generoso!”. Io: “Cerco di preservare il buon nome del feretro”. Lui: “Per questa sua nobiltà d’animo le intesto una tenuta nel Chianti. Sono 350 ettari”. Io: “Grazie, ma non è il caso”. Lui: “Insisto!”. Io: “Va bene, accetto!”. Così mi sono licenziato da custode dell’obitorio e adesso faccio il viticoltore. Ma rimpiango i bei tempi del via vai dei carri funebri, le partite a carte con gli estranei e il rumore delle ventole.

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