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innamorato fisso

L'ispettore Bce che subiva gli agenti provocatori (poco provocanti)

Maurizio Milani

Ieri mi suona il telefono: “Buongiorno, sono l’ad della Banca Zambesi River di Berlino, vorremmo una ispezione. Anzi, ci sarebbe molto gradita”. Io: “Che strana richiesta, non mi era mai capitato in trent’anni di ispettorato di qualcuno che è contento se vado”

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In quanto ispettore Bce, ieri mi suona il telefono: “Pronto?”. “Ispettore Banca centrale europea?”. “Sì!”. “Buongiorno, sono l’ad della Banca Zambesi River di Berlino, vorremmo una ispezione. Anzi, ci sarebbe molto gradita”. Io: “Che strana richiesta, non mi era mai capitato in trent’anni di ispettorato di qualcuno che è contento se vado”.  “Sì, in effetti forse è meglio se non viene a controllare”.  “Come mai?”.  “Magari trova tutto in regola… rimane deluso”.  “Deluso di cosa? Non scherziamo! Poi scusi, quando avete aperto? Mi risulta nuova questa Zambesi Berlino”.  “Allora, viene o no?”.  “Lei non si preoccupi, a questo punto non so nemmeno io cosa fare”.  “Oggi facciamo l’aumento di capitale, vuole partecipare?”.  “No! E’ conflitto”. “Ma non esageriamo, può sempre dire di non sapere”. “Senta, per me lei è un agente provocatore”. “Sì! Lo sono. Lei è a sua volta soggetto a verifiche come ispettore Bce”. “Lo so! Infatti sto registrando la telefonata”. “No dai! Non faccia così”. “Va bene, ritiro quello che ho detto”.  

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