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innamorato fisso

Bambini circensi o body builder, a Milano era pieno. Io ero uno di loro

Maurizio Milani

In tanti venivano arruolati per fare il finto pubblico al circo. Capitava però che qualcuno si alzasse e dicesse: "Sono stato scritturato per fare finta, non credete a nulla di questo!". Non un bello spettacolo

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Anni fa la vita a Milano per i bambini non era bella come oggi. Per esempio, dove sostavano i carozzoni dei circhi (Viale Forlanini) capitava che mentre gli artisti circensi stavano facendo il pisolino, degli estranei andavano a bussare alla roulotte: “Senta! Scusi! Mio figlio non ha voglia di andare a scuola, gentilmente potete tirarvelo appresso?”.

Una volta si poteva. Era una diversa modalità di avviamento nel mondo del lavoro. Adesso ti rispondono: “No! Ci dispiace! Troppe leggi, interviene il tribunale dei minori... Poi cosa gli facciamo fare a suo figlio, scusi?”.
Estranea: “Gli fate portare le balle di fieno ai dromedari; o anche il finto pubblico”.

Circense: “Sì! Noi usiamo i finti spettatori per supporto al numero; ma capita che invece di fare quello che gli abbiamo ordinato, si alzino e dicano durante lo show: ‘Sono stato scritturato per fare finta, non credete a nulla di questo!’. A questo punto non ci conviene nemmeno prender su gente che ci rovina lo spettacolo in questo modo...”.

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Non era l’unica disavventura che poteva capitare ai bambini ai tempi. Bambini che si dedicano al body building ci sono sempre stati. Io ero uno. Siamo stati influenzati dalle riviste anni Settanta di cultura fisica. Avendo fatto ballare dei pesi nell’età dell’accrescimento, siamo rimasti piccoli in altezza. Ecco il motivo per cui non troviamo la fidanzata. La prima cosa che la donna guarda per scegliere il moroso è che sia alto almeno 185 centimetri. Dispiace. Se ce l’avessero impedito per tempo...

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C’era poi anche una differenza tra i bambini del centro e quelli di periferia, che avevano hobby diversi. Alcuni bambini alla periferia di Milano invece si erano specializzati nell’essiccare cani. Parlo ancora degli anni Settanta. Qualcuno ce n’è ancora oggi però. Il cane essicato veniva esposto su bancarelle abusive. Se trovavi l’amatore, ti pagava anche mille lire. La mia banda in carriera ha essiccato duecentotrenta cani. Ne abbiamo venduti una decina. Gli altri sono in un magazzino. Anche se per il comune quell’edificio risulta vuoto. Certo non vado a raccontargli oggi cosa c’è dentro. Va bene l’autodelazione, ma neanche a far così...

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