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innamorato fisso

Cosa si sono detti Meloni e Salvini a Verona. Intercettazione semiseria

Maurizio Milani

Il Follower fisso si è infiltrato nel camerino e ha origliato tutto. Il progetto più controverso? Fare ghosting a Berlusconi. Staccheranno il telefono. Prossimo presidente del Consiglio? Il cardinale Parolin

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Si è conclusa a Verona la più bella campagna elettorale mai vista. Parliamo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ecco i loro ragionamenti prima di salire sul palco (costruito con bancali provenienti da legname certificato No Ogm… Poi vai a vedere se è vero… A scrivere No Ogm sull’imballo sono capace anche io).
Salvini: “Le politiche future è sicuro al 100 per cento che le vinciamo. Decidiamo noi due senza consultare Berlusconi chi fa il presidente del Consiglio”.
Giorgia: “Dovrei essere io, avendo più voti…”.
Salvini: “Sì! Ma sai come fanno al Quirinale per non offendere Bruxelles, ecc. Potrebbero avere delle riserve sui nostri nomi, anche il mio sia chiaro”.
Giorgia: “Hai ragione, mettiamo su uno come Conte che a suo tempo era eterodiretto”.
Salvini: “Esatto. Avrei pensato al cardinale Parolin”.
Meloni: “Ma può ricoprire due cariche istituzionali in due stati diversi?”.
Salvini: “E chi lo vieta? Nella Costituzione non c’è scritto che non si può, anzi si invita a cooperare tra stati”.

Meloni: “Va bene! E questa è sistemata. Invece per quanto riguarda l’ingresso della Turchia nell’Unione? Io direi di sì, Smirne è una città bellissima”.
Salvini: “Sì, anche io direi di far entrare gli eredi dell’Impero ottomano a Bruxelles. In fondo discendono da Costantinopoli, sono bizantini”.

Meloni: “Lasciamo perdere… Piuttosto Matteo, dobbiamo batterci per salvare la Ferrari, la Lamborghini, l’Osella, l’Alfa Romeo e la Maserati. Non esiste farle estinguere”.
Salvini: “Infatti! Tieni conto che è una direttiva europea. In India la ‘Tata’, miglior auto del pianeta, non ha questo obbligo e prevede entro il 2035 e dopo di fabbricare circa due miliardi di auto diesel, ma diesel duro, quello che si ricava dalle barbabietole”.
Meloni: “Fanno bene! Quei comunisti! Comincino a far cambiare ai cubani quegli scassoni che giravano al tempo di Batista. 9.000 di cilindrata. Inquinano come draghi. Con un litro di benzina fanno 500 metri”.

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Salvini: “Poi ci sarebbe da mettere il candidato alla regione Lombardia”.
Meloni: “Mettiamo Vittorio Feltri”.
Salvini: “Sì! Ma è già stato eletto in comune e non ha voglia di andare”.
Meloni: “Noi eleggiamolo, vince sicuro. Poi se anche non ci va alle sedute del consiglio, ci arrangiamo con i nostri eletti. Piuttosto, cosa facciamo con ‘Miss Italia’? Vorrei che la gara tornasse in più serate sulla Rai”.
Salvini: “E che tornasse a Salsomaggiore Terme, sua sede storica”.
Meloni: “L’unica cosa è dire alla dirigenza Rai no a Severgnini in giuria”.
Salvini: “Certo, certo! Altrimenti fa vincere… lasciamo perdere”.

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Meloni: “Sì, lasciamo perdere. Piuttosto, ci stai a spostare già oggi Draghi a segretario generale Nato?”.
Salvini: “Aspetterei l’esito del referendum”.
Meloni: “Va bene Matteo, allora gli dici tu al Berlusca che lo si è estromesso dal centrodestra? Essendo noi destra e basta!”.
Salvini: “Ma forse Giorgia è meglio lo chiami tu. Anzi non diciamogli niente, blocchiamolo”.
Meloni: “Intendi il suo numero di cellulare?”.
Salvini: “Sì certo!”.
Meloni: “Ma vedrai che ci chiama sul telefono fisso di casa”.
Salvini: “Io l’ho tolto ieri, proprio in previsione”.
Meloni: “Io no! Al limite stacco la spina a basso”.
Salvini: “Sì, così è la cosa migliore”.

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