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Innamorato fisso

Cosa c’è di meglio che forzare la porta di una farmacia?

Maurizio Milani

Soprattutto per un cabarettista, la rapina è fonte d'ispirazione, oltre che di serenità. Una storia di arte e malavita (può capitare)

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Nella metà degli anni 80, c’era uno che rapinava le farmacie a Genova. Quello può capitare… C’è sempre stato come reato. Il fatto curioso è che alla sera andava allo Zelig cabaret in viale Monza a Milano. Qui raccontava come si rapina una farmacia, gli orari migliori, come, oltre ai soldi, rubava i farmaci che poi vendeva ai culturisti, come lasciare un biglietto d’amore a una dipendente della farmacia, eccetera, eccetera.
 

 Uno spettacolo di un’ora. Tutti ridevano divertiti. Una sera tra il pubblico c’era un farmacista di Genova (a Milano per un convegno sui protoni). Si è presentato in camerino a fine show. Il ricatto è stato bello: “Brutto ladro, non ti denuncio!”. Cabarettista: “Grazie, apprezzo molto il nobile gesto”. Farmacista: “Però ti faccio da agente teatrale. Voglio il 35 per cento dei tuoi incassi futuri”. Inutile dire grazie all’abilità del farmacista. Impressionò che oggi il cabarettista-ladro (ma neanche, sono errori di gioventù) è tra i primi in Italia. Ogni tanto passa ancora a svaligiare farmacie di notte. Metti che è in tournée a Bologna, non prende sonno, è drogato: cosa c’è di meglio che forzare la porta di una farmacia. E passare qualche ora in serenità. Anche l’impresario, quando lo vede preoccupato gli fa: “Perché non vai a svaligiare la farmacia qui all’angolo?”. Ma sono episodi ormai rari. Però succede. Dispiace fare il nome del cabarettista. Lo dirò domani. Anzi adesso.

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