Innamorato Fisso

Il primo giorno del sindaco Calenda: quattro stadi e Atac affidata all'Opus Dei

Maurizio Milani

L'ex re Juan Carlos presidente del consiglio comunale, al Foro italico lo stadio più capiente del mondo, il centro di produzione Rai venduto al Vaticano. Carlo Calenda resterà nella storia come il sindaco di Roma più amato di Roma

È ufficiale: Carlo Calenda sarà il prossimo sindaco di Roma. Subito eletto al primo turno con il 79 per cento. La prima delibera della sua giunta è la notizia che farà aprire tutti i telegiornali del pianeta: Calenda espelle il corpo diplomatico accreditato presso la Repubblica italiana. Espelle l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede e restituisce Roma intera allo stato pontificio. Era ora. Roma deve diventare come Macao (il Portogallo dovette dargli l’autonomia) e Hong Kong (i britannici, dopo secoli, la restituirono a Pechino, lasciamo perdere l’attualità).

 

Delibera n. 2 (protocollata adesso): si indice la costruzione nella città di quattro nuovi stadi, tutti da 95 mila posti. Uno per la Roma, l’altro per la Lazio, l’altro è il Flaminio che verrà ampliato. Il quarto è per la Tevere Roma, club di football che quest’anno d’ufficio giocherà in Serie B. E sarà la squadra ufficiale del Vaticano, con maglia bianca e gialla. E vincerà il campionato cadetto (con i favori arbitrali, siamo già d’accordo con la Figc).

 

Anche il campo centrale del Foro italico verrà fatto tutto nuovo e diventerà lo stadio da tennis più capiente del mondo. Il doppio di Wimbledon e Roland Garros. Alla guida del prestigioso centro tennistico sarà insediata Giorgia Mecca, che a questo punto ricoprirà l’assessorato dello sport con delega del sindaco anche per i mondiali di lotta greco-romana del 2040, per cui già adesso bisogna costruire un palasport degno dell’avvenimento (direi 75 mila posti, ma anche 95 mila per maggior sicurezza).

 

Dispiace dirlo ma Carlo Calenda passerà il comando della polizia municipale di Roma capitale alla gendarmeria vaticana. L’Atac sarà ceduta a titolo gratuito all’Opus dei, che accetterà. Carlo Calenda vorrà come presidente del Consiglio comunale sua Altezza sernissima Juan Carlos. L’ex sovrano spagnolo è nato a Roma e ci ha vissuto per anni. Rappresenta la cattolicissima Spagna, è la figura che Roma aspettava da tempo ed è molto gradito alla curia. Carlo Calenda ha il merito di averlo messo nel ruolo di arbitro del Parlamentino del Campidoglio. La sede dell’Osservatore Romano sarà in quella che è l’attuale sede del Csm, Palazzo dei Marescialli. La magistratura vaticana sarà garante della transizione.

 

La stazione Termini sarà abbattuta per far posto a una nuova, dove i pellegrini potranno confessarsi e sentire la santa messa. A ciclo continuo, anche sui treni in arrivo e partenza per Roma. Il sindaco Calenda, sempre in una delle prime delibere, firmerà il passaggio del Centro di produzione Rai di Saxa Rubra al Vaticano. La capitale della Repubblica italiana a questo punto sarà spostata a Firenze, la sua sede naturale. Il tutto sancito da una partita amichevole allo stadio Franchi. Nazionale azzurra contro Nazionale vaticana guidata da Roberto Mancini. Sì, perché l’attuale ct dell’Italia passerà d’ufficio ad allenare le “alabarde” (così è chiamata la compagine vaticana).

 

Nardella, per onorare meglio l’avvenimento, rinnoverà lo stadio Franchi portandolo a 100 mila spettatori, come lo “Stade de France”. Altra bella delibera di Calenda: l’Eur viene buttato giù. Farà costruire una nuova basilica che senza mancare di rispetto verrà definita “il luogo di culto più vasto sulla terra”. Non è da escludere che il Papa la usi come seconda sede. Calenda farà altre belle, cose tanto da rimanere nella storia come il sindaco di Roma più amato di Roma. Rifiuterà la porpora cardinalizia e ceduto il suo mandato a David Sassoli, diventerà presidente della Commissione europea. Questo nel 2030. Sarà lui a tessere le fila per far entrare lo stato vaticano (che intanto è tornato alle dimensioni del 1842, cioè Marche, Lazio, ecc. sono sue) nell’Unione degli stati europei.

 

Sempre grazie a Calenda, l’Onu allargherà a sei i membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Dopo Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, il sesto posto di nazione più potente è dello stato pontificio. Nel resto d’Italia si susseguono intanto plebisciti per essere annessi al nuovo (?) stato. Già Benevento e provincia con tutta la Sicilia. Aderiscono uguale Como e Varese. Insomma, grazie a Carlo Calenda a fine secolo l’Italia avrà due nomi: stato pontificio italiano. I vescovi scelgono i prefetti già adesso. Sempre per delibera di Calenda, da oggi primo ministro.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.