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Non mi sono mai alzato prima della fine di uno spettacolo. L'ho fatto per il Milan

Non è colpa loro. Nel pomeriggio avevo visto movimenti collettivi di un’efficacia letale e al tempo stesso semplici, ovvero la massima espressione, l’essenza stessa del calcio. Avevo visto piedi ben educati prendere a pallonate porte per novanta minuti e passa.
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Non è colpa loro. Nel pomeriggio avevo visto movimenti collettivi di un’efficacia letale e al tempo stesso semplici, ovvero la massima espressione, l’essenza stessa del calcio. Avevo visto piedi ben educati prendere a pallonate porte per novanta minuti e passa, fare cose mirabili in velocità con intuizioni folgoranti e astuzia, un inno all’intelligenza. Non parlo solo di quelli lì che in tre o in quattro valgono quanto una finanziaria. Parlo anche di piedi di seconda fila, giovani scarti del nostro campionato come Coutinho e tal Firmino. Zappavo e salivavo, incollato al video come la piccola fiammiferaia, gli occhi ricolmi di amore. Poi alle 20 e 45 mi sono acconciato per il classico all’italiana, scontro fra nobili e titolate. Mi sono ritrovato in una tavola calda, periferica e maleodorante e mi è passato l’appetito. Al 32’ del primo tempo, io che non mi sono mai alzato prima della fine di uno spettacolo per quanto mediocre per una elementare questione di rispetto, ho spento il televisore. E portato fuori il cane. Il risultato, l'ho letto su Twitter.
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