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Vuoti senza senso

Pierangelo Buttafuoco

Anacleto non si dava pace nel vedere Merlino ridursi peggio che Immanuel Kant

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Il tuo legittimo posto nel mondo qual è? Così domandava ieri Anacleto a Merlino ormai deciso a proseguire nella sua nuova vita di barman a Honolulu. “Questo asilo che hai eletto a destino, questo restarne qui tra bottiglie e shaker sono il desiderio di un luogo, un rifugio contro il tempo o è il témenos, il vaso di contenimento del tuo pensiero, del tuo respiro, del tuo sentire?”. Il caro mago rifuggiva ormai gli incantesimi e l’unica disciplina introversa, lenta e intensamente focalizzata, quando non affettava lime, era per l’aerobica o, peggio, per isolarsi con gli auricolari e ascoltare chissà cosa. Anacleto reclamava una risposta, non si dava pace nel vedere Merlino ridursi peggio che Immanuel Kant, con a disposizione solo astrazioni, praticamente degli shaker dove agitare vuoti senza senso: “Vacui ticchettii di uno spettrale orologio, questo – Merlino – è il tuo qui e il tuo ora”.

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