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La regalità di Eugenio Scalfari e Serena Rossetti

Pierangelo Buttafuoco

La formalità delle didascalie, si sa, tradisce la sostanza

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Tra le foto circolate ieri della presentazione del libro di Laura Boldrini, “La Comunità possibile” (edizioni Marsilio), in quella dov’è indicato con ovvia soddisfazione Sergio Mattarella – attuale Capo dello stato – c’è una presenza che vale su tutto. Vale ed è ancora più importante (con rispetto parlando) del Presidente della Repubblica, degli eleganti corazzieri chiamati al servizio d’onore, delle bacheche squillanti di documenti, degli scaffali gravidi di pensosi tomi, del pubblico accorso e della stessa Autrice di cui, appena spente le luci del ruolo istituzionale, poco e nulla resterà tornando Ella al nobile romitaggio di chi ballò una volta e mai più potrà. A meno che, giusto in Italia, non vinca le elezioni un eventuale Sendero Luminoso… Ciò che vale in assoluto in quella foto, e che scava nella viva carne dell’Italia, è una coppia. Sono in prima fila, eleganti e chic: lui, in cardigan a collo alto – informale – e lei, in giacca e sciarpa. Ecco, Eugenio Scalfari e Serena Rossetti. La formalità delle didascalie, si sa, tradisce la sostanza. Non resterà nulla di quella foto eccetto quella coppia. Il sex appeal del carisma, infatti, restituisce tutto a una destinazione d’obbligo: la regalità. E il Fondatore di Repubblica, a dirla tutta, è l’unico vero Re.

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