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La buona televisione per Stefano Folli

La buona televisione e quella inutile. Questo, il titolo del Punto di Stefano Folli sulla Repubblica. L’analista principe del quotidiano ragiona intorno alle recenti polemiche sulla Rai e, a un certo punto, evoca gli anni beati della tivù pubblica, quelli di Ettore Bernabei.
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La buona televisione e quella inutile. Questo, il titolo del Punto di Stefano Folli sulla Repubblica. L’analista principe del quotidiano ragiona intorno alle recenti polemiche sulla Rai e, a un certo punto, evoca gli anni beati della tivù pubblica, quelli di Ettore Bernabei. Il riferimento porta a un parallelo con questi nostri tempi ma per Folli il paragone non regge “per la capacità di coinvolgere in quegli anni personaggi di assoluto valore professionale (da Zavoli a Biagi, da Barbato a Fabiani, per citarne solo alcuni)”. Poco generoso, Folli. Se si parla di personaggi di assoluto valore professionale, almeno due, due che fanno la grandezza del giornalismo, giusto per ridere, nella Rai di oggi ci sono. Certo, non sono in nessuna rete. Sono nel Cda: Arturo Diaconale e Franco Siddi. Uno per la destra, uno per la sinistra. Uno per il secchio, uno per la corda. E peggio per voi se vi viene da ridere. Non è buona televisione ma inutile giornalismo sì.
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