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Il quid di Stefano Parisi

Il famoso “quid”, quello che Silvio Berlusconi non riusciva a cavare da Angelino Alfano, è stato dunque rinvenuto nel manager che ha perso le elezioni comunali a Milano per vincere adesso la leadership di ciò che fu Forza Italia.
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Il quid è tutto di Stefano Parisi. Il famoso “quid”, quello che Silvio Berlusconi non riusciva a cavare da Angelino Alfano, è stato dunque rinvenuto nel manager che ha perso le elezioni comunali a Milano per vincere adesso la leadership di ciò che fu Forza Italia. E’ una stupidaggine, come fa qualcuno – per azzopparne il ruolo – ricordarne la sconfitta nella gara per Palazzo Marino. Fu bravissimo nel costringere al ballottaggio Beppe Sala e il Pd alle amministrative nella più importante città d’Italia. E il risultato – con metà elettorato schierato con lui – l’ha laureato con un diploma particolare: la credibilità. Parisi si proclama liberal-popolare e butta nel cesso la destra; fa tabula rasa della specificità arcitaliana fatta di Padre Pio, don Camillo e Totò ma svela così il suo vero punto debole: non è un italiano alle vongole. Tra gli uomini e i caporali, lui è già un sergente. Non suda nel quid. Insomma, è già establishment di suo.
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