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Lo scandalo di Villa Mercede, da due anni in stato di abbandono

Massimo Solani
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Roma. Certo, Roma non è stata costruita in un giorno. Ma se 445 non sono bastati a rimettere su anche solo il primo mattone di un muro crollato, allora la Capitale ha problemi grossi. Non si spiega altrimenti come sia possibile che, passati quasi quindici mesi dalla notte fra il 15 e il 16 dicembre 2018 quando un tratto del muraglione di cinta di Villa Mercede crollò giù travolgendo per fortuna solo auto in sosta, oggi al parco di via Tiburtina a San Lorenzo sia praticamente tutto come allora. Transennata e abbandonata l’area giochi dei bambini, ridotta a una carreggiata via dei Marrucini dove a ogni ora si creano code nello spazio angusto della recinzione in ferro e cemento tirata su dal II Municipio per isolare la zona del crollo, deviata fuori da San Lorenzo la linea 71 dell’Atac (ora il quartiere è servito da un solo altro bus) e pesantemente limitata l’attività della biblioteca comunale “Tullio De Mauro” ospitata nella struttura che fu “il teatrino” di questa villa storica fatta realizzare a inizio del ’900 da una congregazione francese di suore arrivate a Roma dal Belgio, venduta poi al Banco di Roma e infine ceduta ad inizio anni 90 al Comune di Roma per il prezzo simbolico di una lira.

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Roma. Certo, Roma non è stata costruita in un giorno. Ma se 445 non sono bastati a rimettere su anche solo il primo mattone di un muro crollato, allora la Capitale ha problemi grossi. Non si spiega altrimenti come sia possibile che, passati quasi quindici mesi dalla notte fra il 15 e il 16 dicembre 2018 quando un tratto del muraglione di cinta di Villa Mercede crollò giù travolgendo per fortuna solo auto in sosta, oggi al parco di via Tiburtina a San Lorenzo sia praticamente tutto come allora. Transennata e abbandonata l’area giochi dei bambini, ridotta a una carreggiata via dei Marrucini dove a ogni ora si creano code nello spazio angusto della recinzione in ferro e cemento tirata su dal II Municipio per isolare la zona del crollo, deviata fuori da San Lorenzo la linea 71 dell’Atac (ora il quartiere è servito da un solo altro bus) e pesantemente limitata l’attività della biblioteca comunale “Tullio De Mauro” ospitata nella struttura che fu “il teatrino” di questa villa storica fatta realizzare a inizio del ’900 da una congregazione francese di suore arrivate a Roma dal Belgio, venduta poi al Banco di Roma e infine ceduta ad inizio anni 90 al Comune di Roma per il prezzo simbolico di una lira.

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Fu proprio al teatrino che nel luglio scorso la sindaca Virginia Raggi, annunciando un progetto sperimentale di raccolta porta a porta che ovviamente non è mai partito, spiegò agli abitanti infuriati che i lavori di ricostruzione sarebbero stati assegnati entro l’anno e conclusi entro il 2020. L’ennesima bugia visto che a oggi la Sovrintendenza comunale ha svolto unicamente le gare per l’assegnazione dei lavori di indagine geologica e per l’individuazione del progettista. Prima però servirà una bonifica per scongiurare la presenza di residuati bellici, parte del muro perimetrale crollò colpito dalle bombe alleate il 19 luglio del 1943, per la quale tuttavia la gara d’appalto non è ancora stata fatta. “Il tempo è scaduto, è una situazione assurda – commenta Rino Fabiano, assessore all’Ambiente del II Municipio e voce storica di San Lorenzo – Quindici mesi e il Comune non è stato in grado di far partire i lavori per il rifacimento di un muro di venti metri”.

“Se ne parlerà chissà quando”, scuote la testa sconsolato Emanuele Venturini, il presidente del Comitato di Quartiere che dopo due raccolte firme ha organizzato per il 14 marzo una manifestazione contro l’abbandono di Villa Mercede. “Abbiamo inviato una lettera alla sindaca per avere certezze sui tempi – prosegue – ma non abbiamo avuto nessuna risposta. La situazione è questa, con il degrado, l’abbandono e il traffico di una direttrice nevralgica per la circolazione del quartiere canalizzato tutto su una strada che passa sotto ad un asilo e ad una scuola elementare”.

Del resto sono proprio i bambini i primi a subire questa situazione. “Abbiamo fatto tanto in questi anni per rendere la biblioteca attrattiva per i più piccoli, ma adesso organizzare letture e attività è diventato molto più complicato essendosi ridotti gli spazi esterni e non avendo più uno spazio dei giochi”, spiega Luigina Tranti che della “Tullio De Mauro” è responsabile. “Ora capita che per avere spazio per attività culturali dobbiamo fermare il funzionamento ordinario di una biblioteca frequentata ogni giorno da almeno cinquanta persone, quasi tutti studenti – prosegue – Ma è tutto complicato. Anche solo per stabilire gli orari di apertura siamo costretti ad organizzarci con l’associazione dei volontari che ha in adozione il parco”. A curare Villa Mercede, infatti è l’associazione di protezione civile Rangers. Fino a qualche anno fa avevano un rimborso spese dal Comune per mantenere aperta la struttura fino alle 19 anche d’inverno, ora quel rimborso è stato sospeso e resta solo il volontariato. Risultato: la biblioteca e Villa d’inverno chiudono alle 18. “Trovalo uno scrittore che viene a fare una presentazione alle 16”, scuote la testa sconsolata la Tranti. Non sono certo più felici i Rangers. “Il servizio giardini ci ha abbandonato, abbiamo potato gli alberi e i mucchi delle potatura sono rimasti a terra in mezzo ai vialetti per otto mesi finché della rimozione non si è occupato il Municipio”, racconta Giorgio Alessandri dei Rangers. “Ci hanno consigliato – ammette – di non potare più, ma qui ci sono alberature secolari che necessitano di manutenzione che nessuno fa da anni, col rischio che cadano in testa ai visitatori della villa”.

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Massimo Solani

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