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Gli antivirus. Cosa programmare a Milano mentre è ferma

Caparini e Tasca, uomini del Bilancio di Regione e Comune: mettere ora le basi per il rilancio

Fabio Massa
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F are i conti con il coronavirus. Letteralmente. Conti, numeri, cifre. “Secondo Banca d’Italia la riduzione del pil sarà dello 0,2 per cento – scandisce al Foglio Davide Caparini – Ma tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna stiamo parlando del 57 per cento di tutte le esportazioni, di un terzo del turismo dall’estero, e del 40 per cento di pil. Di fatto, parliamo dell’economia italiana”. Il camuno Davide Caparini, in Regione Lombardia, è l’assessore al Bilancio. E molto di più. E’ l’uomo di tutti i conti, della politica, della razionalizzazione. Gran lavoratore, barba sempre accennata, una predilezione per il tono su tono scuro, è in tutti i tavoli che contano. Il suo omologo al Comune di Milano è Roberto Tasca. Motociclista, professore universitario, amico di Beppe Sala da ben prima che fosse sindaco. Anche lui, custode dei conti e della politica che sui conti fonda le sue ragioni. “Il principio è semplice – spiega al Foglio – Minori entrate uguale minori uscite. Per legge non abbiamo la facoltà di fare quel che fa lo stato, ovvero di ridiscutere il debito per finanziare la parte corrente”. Di ottimismo, tra Caparini e Tasca, ce n’è poco. Un po’ perché le cifre non sono ancora consolidate, a crisi in corso. Un po’ perché le stime non fanno sorridere. Ma c’è una necessità, ed entrambi la condividono: bisogna programmare adesso il rilancio. E punto secondo non si può prescindere dall’azione del governo. “Noi dobbiamo raggiungere un equilibrio di bilancio in una situazione in cui le nostre minori entrate sono evidenti. Facciamo qualche esempio? Sea avrà una riduzione del fatturato, considerato che i voli sono bloccati. E noi, come socio, ne avremo un riflesso sugli utili”. L’anno scorso, ad aprile, i dividendi avevano sfiorato i 100 milioni di euro per tutti i soci. Per quest’anno sono previsti 78 milioni di euro di dividendi solo per il Comune. Ma l’anno prossimo? “Si vedrà – dice Tasca – Poi abbiamo il tema di Milano Ristorazione, che non sta servendo i pasti nelle scuole. Ad oggi il servizio lo pagano i genitori, ma dovremo per forza immaginarci che non possano fare tutto loro”. Milanosport? “Le piscine sono chiuse. Fortunatamente per l’Ortomercato non c’è stato un danno rilevante, e così mi aspetto che anche A2A e MM siano meno toccate. Poi c’è Atm, per la quale non abbiamo previsto nessuna riduzione delle corse, ma che ha i mezzi semivuoti. Se la Regione potesse aiutarci con un maggiore contributo di Trasporto pubblico locale, questo potrebbe coprire parte dell’apporto negativo ai conti comunali”. Atm infatti è regolata da un contratto differente rispetto a quello di Trenord. Il Comune paga un canone annuale all’azienda e in cambio riscuote in proprio i biglietti e gli abbonamenti. Così, la crisi si scarica direttamente su Palazzo Marino. Che chiede aiuto alla Regione. Ognuno chiede qualcosa a chi sta sopra, a livello istituzionale. Così, la lista di Caparini per il governo è lunghissima. Ma iniziamo da Atm. “Non vorrei che al Comune sfuggisse un dettaglio. I soldi del Tpl arrivano da un fondo nazionale che noi integriamo per un terzo. E abbiamo già finanziato l’allungamento della Milano-Monza. Stiamo dando e in abbondanza, diventa molto difficile aiutarli in questo. Ma la volontà c’è”. Caparini snocciola invece quello che chiederà il motore d’Italia al governo. “Prima di tutto un cambio concettuale. Il blocco per il coronavirus fa sì che tutta la Lombardia sia di fatto a livello economico una zona rossa. Non solo i 10 comuni martoriati”. Nel concreto? “Bisogna rilanciare gli investimenti infrastrutturali. E non solo dal punto di vista economico, ma anche burocratico. Qui abbiamo da ammodernare il sistema stradale secondario, finire le opere primarie come la Pedemontana, creare le opere accessorie per le Olimpiadi. Le opere oggi sono al palo perché o mancano i finanziamenti oppure perché – e questo è più assurdo – manca la capacità programmatoria da parte del governo. Ci sono regole impossibili sugli appalti. Per questo proponiamo un modello Ponte Morandi per la Lombardia”. Poi Caparini ne fa una questione di logica: “E’ paradigmatico che per far funzionare le cose l’Italia ci sia bisogno di un commissario. Poi abbiamo bisogno di sostegni al lavoro e al reddito. Le misure pensate per la zona rossa vanno estese: estendere la Cig per almeno tre mesi, e tutto quello che abbiamo messo in campo per il terremoto del 2012. Cassa integrazione per le microimprese”, spiega Caparini. Per quanto riguarda le partecipate e le controllate, e in generale tutte le aziende dell’orbita Regione “ci faremo carico senza alcun dubbio delle loro difficoltà. Pensiamo a Fiera. Il settore fieristico subirà una contrazione a livello internazionale, visto che il settore dell’eventistica è stato il primo colpito. Va ripensato al modello complessivo. Ma non c’è solo Fiera. Anche il settore dei trasporti, con meno trasportati, andrà incontro alla crisi”. Le richieste di Tasca al governo, come Comune, sono di fondi e flessibilità. “Per Expo il governo diede a Milano 60 milioni. Lo facesse oggi, sarebbe una scossa positiva. Spero che non si pensi che Milano è ricca e dunque può cavarsela da sola. Per esempio pensiamo che il contributo di 100 milioni di euro l’anno che versiamo per solidarietà nei confronti degli altri comuni, non ci vada chiesto. E pensiamo che ci debba essere data la possibilità di rinegoziare i mutui e di rinviare il rimborso del debito per qualche anno. La nostra struttura finanziaria ce lo consentirebbe”. Mani libere. Così da poterle muovere per ricostruire.

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F are i conti con il coronavirus. Letteralmente. Conti, numeri, cifre. “Secondo Banca d’Italia la riduzione del pil sarà dello 0,2 per cento – scandisce al Foglio Davide Caparini – Ma tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna stiamo parlando del 57 per cento di tutte le esportazioni, di un terzo del turismo dall’estero, e del 40 per cento di pil. Di fatto, parliamo dell’economia italiana”. Il camuno Davide Caparini, in Regione Lombardia, è l’assessore al Bilancio. E molto di più. E’ l’uomo di tutti i conti, della politica, della razionalizzazione. Gran lavoratore, barba sempre accennata, una predilezione per il tono su tono scuro, è in tutti i tavoli che contano. Il suo omologo al Comune di Milano è Roberto Tasca. Motociclista, professore universitario, amico di Beppe Sala da ben prima che fosse sindaco. Anche lui, custode dei conti e della politica che sui conti fonda le sue ragioni. “Il principio è semplice – spiega al Foglio – Minori entrate uguale minori uscite. Per legge non abbiamo la facoltà di fare quel che fa lo stato, ovvero di ridiscutere il debito per finanziare la parte corrente”. Di ottimismo, tra Caparini e Tasca, ce n’è poco. Un po’ perché le cifre non sono ancora consolidate, a crisi in corso. Un po’ perché le stime non fanno sorridere. Ma c’è una necessità, ed entrambi la condividono: bisogna programmare adesso il rilancio. E punto secondo non si può prescindere dall’azione del governo. “Noi dobbiamo raggiungere un equilibrio di bilancio in una situazione in cui le nostre minori entrate sono evidenti. Facciamo qualche esempio? Sea avrà una riduzione del fatturato, considerato che i voli sono bloccati. E noi, come socio, ne avremo un riflesso sugli utili”. L’anno scorso, ad aprile, i dividendi avevano sfiorato i 100 milioni di euro per tutti i soci. Per quest’anno sono previsti 78 milioni di euro di dividendi solo per il Comune. Ma l’anno prossimo? “Si vedrà – dice Tasca – Poi abbiamo il tema di Milano Ristorazione, che non sta servendo i pasti nelle scuole. Ad oggi il servizio lo pagano i genitori, ma dovremo per forza immaginarci che non possano fare tutto loro”. Milanosport? “Le piscine sono chiuse. Fortunatamente per l’Ortomercato non c’è stato un danno rilevante, e così mi aspetto che anche A2A e MM siano meno toccate. Poi c’è Atm, per la quale non abbiamo previsto nessuna riduzione delle corse, ma che ha i mezzi semivuoti. Se la Regione potesse aiutarci con un maggiore contributo di Trasporto pubblico locale, questo potrebbe coprire parte dell’apporto negativo ai conti comunali”. Atm infatti è regolata da un contratto differente rispetto a quello di Trenord. Il Comune paga un canone annuale all’azienda e in cambio riscuote in proprio i biglietti e gli abbonamenti. Così, la crisi si scarica direttamente su Palazzo Marino. Che chiede aiuto alla Regione. Ognuno chiede qualcosa a chi sta sopra, a livello istituzionale. Così, la lista di Caparini per il governo è lunghissima. Ma iniziamo da Atm. “Non vorrei che al Comune sfuggisse un dettaglio. I soldi del Tpl arrivano da un fondo nazionale che noi integriamo per un terzo. E abbiamo già finanziato l’allungamento della Milano-Monza. Stiamo dando e in abbondanza, diventa molto difficile aiutarli in questo. Ma la volontà c’è”. Caparini snocciola invece quello che chiederà il motore d’Italia al governo. “Prima di tutto un cambio concettuale. Il blocco per il coronavirus fa sì che tutta la Lombardia sia di fatto a livello economico una zona rossa. Non solo i 10 comuni martoriati”. Nel concreto? “Bisogna rilanciare gli investimenti infrastrutturali. E non solo dal punto di vista economico, ma anche burocratico. Qui abbiamo da ammodernare il sistema stradale secondario, finire le opere primarie come la Pedemontana, creare le opere accessorie per le Olimpiadi. Le opere oggi sono al palo perché o mancano i finanziamenti oppure perché – e questo è più assurdo – manca la capacità programmatoria da parte del governo. Ci sono regole impossibili sugli appalti. Per questo proponiamo un modello Ponte Morandi per la Lombardia”. Poi Caparini ne fa una questione di logica: “E’ paradigmatico che per far funzionare le cose l’Italia ci sia bisogno di un commissario. Poi abbiamo bisogno di sostegni al lavoro e al reddito. Le misure pensate per la zona rossa vanno estese: estendere la Cig per almeno tre mesi, e tutto quello che abbiamo messo in campo per il terremoto del 2012. Cassa integrazione per le microimprese”, spiega Caparini. Per quanto riguarda le partecipate e le controllate, e in generale tutte le aziende dell’orbita Regione “ci faremo carico senza alcun dubbio delle loro difficoltà. Pensiamo a Fiera. Il settore fieristico subirà una contrazione a livello internazionale, visto che il settore dell’eventistica è stato il primo colpito. Va ripensato al modello complessivo. Ma non c’è solo Fiera. Anche il settore dei trasporti, con meno trasportati, andrà incontro alla crisi”. Le richieste di Tasca al governo, come Comune, sono di fondi e flessibilità. “Per Expo il governo diede a Milano 60 milioni. Lo facesse oggi, sarebbe una scossa positiva. Spero che non si pensi che Milano è ricca e dunque può cavarsela da sola. Per esempio pensiamo che il contributo di 100 milioni di euro l’anno che versiamo per solidarietà nei confronti degli altri comuni, non ci vada chiesto. E pensiamo che ci debba essere data la possibilità di rinegoziare i mutui e di rinviare il rimborso del debito per qualche anno. La nostra struttura finanziaria ce lo consentirebbe”. Mani libere. Così da poterle muovere per ricostruire.

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