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Un Foglio internazionale

Il Mondiale in Qatar è stato un clamoroso danno d’immagine

Secondo lo Spectator il discorso di Infantino segna l’inizio della fine di un’epoca in cui le persone hanno finto di credere alle sciocchezze

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"A differenza di molti tifosi occasionali io continuo ad avere un interesse costante nel funzionamento interno della Fifa. Non perché mi interessi granché il calcio, ma perché mi considero un fine conoscitore della corruzione. Non trascorro tutto il mio tempo a studiare la materia, ma mi interessano molto le persone e le entità corrotte”. Così inizia il commento di Douglas Murray sulla Fifa e i Mondiali in Qatar. Murray fa un lungo preambolo: racconta del politico ecuadoriano Abdalá Bucara, sfiduciato dal suo Parlamento per reati di corruzione, e del funzionario della Fifa Chuck Blazer, famoso per le tangenti incassate per manipolare il voto sull’assegnazione dei Mondiali. Blazer era talmente obeso che si muoveva con un mini scooter, ed è stato arrestato mentre si recava al suo ristorante preferito a New York con questo mezzo.

  

“Solo un’organizzazione corrotta come la Fifa poteva essere rappresentata da un uomo così grasso da andare in giro con un mini scooter – scrive Murray. Questo mi porta a Gianni Infantino, l’attuale capo dell’organizzazione. Tutti sanno perché i Mondiali si giocano in Qatar. Perché i qatarioti sono molto ricchi e hanno elargito tangenti ai funzionari della Fifa per ospitare il Mondiale nel loro staterello con un clima impossibile. Molte persone se ne sono lamentate, ma io credo che tutto questo abbia pagato. Anziché coprire gli aspetti più sgradevoli della società qatariota, il Mondiale li ha messi in luce – e ha messo in luce l’esistenza di tante persone disposte a dire qualunque cosa in cambio di tanti soldi”. Il capofila è proprio Infantino, che avrebbe potuto dire la verità: l’abbiamo fatto per il denaro. Invece ha risposto “in modo molto moderno alle critiche molto moderne contro il Qatar”, spiega Murray citando la famosa conferenza stampa di Infantino: “Oggi mi sento qatariota. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano…”.

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Secondo il commentatore dello Spectator, questo passerà alla storia “come uno dei momenti in cui la nostra epoca ha smesso di fare finta (…) Quando ha pronunciato quelle frasi, ho sperato che il gay più vicino salisse sul palco, tirasse giù i pantaloni e lo prendesse alla lettera. Ho anche desiderato che un immigrato facesse costruire uno stadio a Infantino senza offrirgli alcun compenso, con l’eccezione di un alloggio scadente. Quando cadrà da un’impalcatura possiamo sistemare il suo corpo in un’anonima bara. Solo a quel punto, crederò alle sue parole. Il senso è che il tentativo di Infantino di eludere le critiche è stato tipicamente, gloriosamente insincero”.

 

Un altro passaggio del discorso del presidente della Fifa che Murray non ha gradito è stato quello sulla “pura ipocrisia” dell’occidente: “Dovremmo chiedere scusa per i prossimi tremila anni prima di dare consigli ad altri”. Murray risponde: ‘Assumo che questo significa che noi europei dobbiamo chiedere scusa per ciò che hanno fatto gli antichi greci? Grazie dell’offerta, Gianni, ma personalmente amo gli antichi greci. E in ogni caso, ne ho abbastanza di chiedere scusa. Non un altro giorno. Sicuramente non altri tremila anni (…). Come ho detto, in momenti come questi uno inizia a vedere la fine del tunnel. L’inizio della fine di un’èra in cui le persone hanno continuato a fare finta di credere alle scemenze. In questi momenti riusciamo tutti a vedere quale sia la verità. Spero che gli appassionati di calcio si godano la Coppa del mondo. E chi ama osservare la corruzione mondiale può godersi questo sport praticato al livello internazionale più alto”. 

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