Foto LaPresse / John Raoux  

Un foglio internazionale

Tesi cospirazioniste e vittimismo, ecco come si sono trasformati i repubblicani

Franklin Foer analizza la convention dei conservatori americani a Orlando, un mondo convinto di essere oggetto di una caccia alle streghe
Scrive l’Atlantic (3/3)

L’opinionista conservatrice Candice Owens vuole mettere in guardia la destra dagli orsi in calore”. Così inizia l’analisi di Franklin Foer riguardo al Conservative Political Action Conference (Cpac), l’incontro annuale a cui partecipano i conservatori americani e di tutto il mondo, tenutosi quest’anno a Orlando in Florida. Il surreale discorso della Owens, secondo Foer, è una metafora di cosa sono diventati i repubblicani americani nel 2022. La commentatrice ha azzardato un paragone tra l’orsa che protegge i suoi cuccioli dall’orso, e le donne conservatrici che proteggono i loro figli da Anthony Fauci che, a quanto pare, vuole iniettare nei loro corpi delle “dosi senza fine” di vaccino anti Covid. Un’altra teoria popolare della destra populista americana è quella di sostenere che l’élite woke abbia delle tendenze pedofile, e che cerchi di “sessualizzare i bambini” forzandoli a pensare alla loro identità di genere. Tutte queste idee strampalate e un tempo minoritarie, molto simili alla folle teologia di QAnon, sono entrate nel mainstream dei repubblicani. Quella che era l’estrema destra, scrive Foer, oggi è diventata la destra.
 
“Un tempo era l’anti comunismo a tenere unito il movimento repubblicano. Oggi, anche dopo l’esplosione di una nuova guerra fredda, l’anti wokeismo è la colla che tiene insieme i conservatori sociali che vogliono mettere al bando la critical race theory, i populisti che odiano le grandi aziende, i libertari che vogliono ridurre l’intervento pubblico (…). Quasi ogni discorso sul palco di Orlando denuncia i grandi inquisitori della cancel culture”. Il nuovo slogan del movimento conservatore è “awake, not woke” (desti, non woke, ndt). Foer è anche stupito dal vittimismo della nuova destra. L’inflazione e il prezzo del gas sono in aumento, e la popolazione è frustrata dalla gestione della pandemia da parte del presidente Biden, oltre che dal ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Dunque i repubblicani hanno capito che non c’è più alcun bisogno di restare ancorati al trumpismo per vincere le elezioni di metà mandato. Di conseguenza, gli organizzatori del Cpac hanno deciso di puntare tutto sul timore del movimento conservatore di essere vittima di una moderna caccia alle streghe. Criticando la cancel culture, gli esponenti repubblicani stanno in realtà rivendicando il loro diritto a offendere, gridare e sostenere tesi cospirazioniste”. 
 
L’outsider che riscuote maggiore successo nella convention di Orlando è Nigel Farage, uno degli eroi minori dell’universo dell’America First che si trova nella difficile posizione di dover quantomeno condannare i gesti del suo ex amico e idolo Vladimir Putin. “La retromarcia di Farage è unica – scrive Foer –. Il fatto è che, fino a poco tempo fa, lui credeva che le pretese di Putin fossero ragionevoli. In altre parole, a Farage andava bene la parziale invasione dell’Ucraina. Purtroppo, Putin è andato oltre. ‘Ho sempre pensato che avessimo a che fare con una persona logica’. Beh, si dà il caso che si sbagliasse. Tuttavia, alla fine, è stata tutta colpa di Joe Biden”. 
 
Orlando è un universo completamente diverso rispetto al Cpac del 1999, l’ultima kermesse conservatrice a cui ha partecipato Foer. All’epoca la convention si teneva in una mesta stanza di albergo a Crystal City, Virginia, tappezzata da bandiere americane. Nulla di più lontano dalla scenografia di Orlando: le luci scintillanti, gli stand che vendono il merchandising trumpiano (tra cui una collezione da cinque volumi dei tweet di Trump, ovvero il samizdat dell’estrema destra), la folla che indossa i cappelli da baseball rossi. C’era poca gente ed era tutto più sobrio. “Sembrava una recita delle scuole medie rispetto allo show in stile Super Bowl che è il Cpac di oggi”. Ma il momento più atteso della convention è indubbiamente il discorso di Donald Trump. Il pubblico è in fermento. Quando l’ex presidente fa il suo ingresso in scena tutti i cellulari si spostano di lato per catturare l’immagine in “modalità panorama”, anche se molti di loro hanno già visto la stessa performance molte volte. Trump non usa mezzi termini per descrivere le sue intenzioni nel 2024. “Lo abbiamo fatto due volte, e lo faremo ancora”. “Il movimento è suo, solamente suo”, conclude Franklin Foer.