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Un Foglio internazionale
Almeno in Europa gli estremismi non reggono
La polarizzazione ha raggiunto il picco tra 2016 e 2018. Resiste in America, nell'Ue la politica sembra tornata alla vecchia, quasi noiosa, gestione dei conflitti
"Paragonate due leader. Gli indici di gradimento di Trump sono rimasti piuttosto stabili durante la sua presidenza, e i suoi sostenitori hanno bollato ogni scandalo come una ‘fake news’. Ma quando è emerso che Boris Johnson ha organizzato varie feste durante il lockdown, i suoi sostenitori sono scappati: gli indici di gradimento sono passati da più 29 nell’aprile 2020 a meno 52 la scorsa settimana, secondo i sondaggi di YouGov”. Così inizia l’articolo di Simon Kuper sul Financial Times sulle differenze tra la politica americana e quella europea: “Questo è il microcosmo dell’unicità della polarizzazione americana. La gente spesso descrive il radicalismo come un problema globale ma, in realtà, in gran parte delle democrazie dell’Europa occidentale e anche dell’America Latina gli schieramenti avversari non sono né radicati né molto seri.
La polarizzazione occidentale ha raggiunto il picco tra il 2016 e 2018, con le vittorie della Brexit, Trump, Bolsonaro in Brasile, gli scontri violenti sull’indipendenza in Catalogna, e la formazione di un governo tra il Movimento 5 stelle e la Lega in Italia. Oggi gli Stati Uniti restano pericolosamente polarizzati – sono più simili all’India o alla Turchia che all’Europa occidentale. Tra i repubblicani in particolare, le identità etniche, religiose e ideologiche sono spesso perfettamente allineate. Molti di loro credono che Dio sostenga il loro partito. Aizzati da Trump, temono che la propria tribù corra una minaccia esistenziale. In un sondaggio della George Washington University, la gran parte degli elettori repubblicani hanno detto che ‘lo stile di vita americano sta scomparendo così in fretta che potremmo dover usare la forza per salvarlo’. Hanno abbastanza armi da fuoco per riuscirci. Da un certo punto di vista, gli Stati Uniti sono anche penalizzati dalla Costituzione che, tra le altre cose, ha subordinato la Corta Suprema – probabilmente l’istituzione nazionale più potente, dati i veti al Congresso – alla volontà del presidente (la Polonia ha lo stesso problema). Negli Stati Uniti l’involuzione democratica non sarebbe qualcosa di nuovo, dato che molti stati del sud hanno impedito ai neri di votare fino alla fine degli anni Sessanta.
Ma la situazione nell’Europa occidentale è più tranquilla. Le divisioni sono profonde, ma gran parte dei cittadini non sono molto interessati e non si arrabbiano a causa della politica. La storia dell’Europa è mirata a dimenticare la polarizzazione del passato, altrimenti la Finlandia starebbe ancora a rimuginare sulla guerra civile del 1918, e le teste dei protestanti sarebbero ancora appese ai cancelli delle città francesi. La depolarizzazione della Gran Bretagna oggi è un esempio perfetto. La gran parte degli euroscettici hanno festeggiato la Brexit come una partita di calcio, piuttosto che una rivoluzione. ‘Avete perso, fatevene una ragione!’. Né tantomeno restano svegli di notte temendo di essere uccisi nel sonno da orde di remainer. Infatti queste etichette si stanno offuscando mano mano che la Brexit ha perso la salienza di un tempo, ed è degenerata in negoziati incomprensibili su una cosa chiamata articolo 16. L’anno scorso la squadra di calcio Aston Villa ha ricevuto più ricerche su Google della Brexit.
Inoltre, non è un male che gran parte dei leader eletti, con l’eccezione di Trump, cerchino di ridurre le tensioni. La democrazia è un sistema di gestione dei conflitti che solitamente tende verso la noia. Il nuovo presidente del Cile, Gabriel Boric, ha promesso di essere il ‘presidente di tutti i cileni’. In Spagna, il primo ministro Pedro Sánchez ha abbassato la temperatura del conflitto sull’indipendenza catalana, offrendo l’amnistia a nove leader indipendentisti detenuti in carcere. Di recente a Barcellona ho notato meno bandiere catalane appese ai balconi rispetto a prima.
Sánchez ha avuto un altro motivo per offrire la grazia. Voleva che i partiti catalani sostenessero le sue politiche. La necessità di costruire coalizioni è una ragione di unità in molti paesi europei.
In Italia, la Lega e il Movimento 5 stelle sostengono entrambi il governo tecnico di Mario Draghi. Continuano a esistere dei partiti polarizzanti, come quello di Éric Zemmour in Francia e Vox in Spagna, che cercano di sfruttare le divisioni sociali. Ma attraggono pochi sostenitori, molti dei quali sanno che non ci sono grosse possibilità che questi partiti vadano al governo, e cercano solo un po’ di eccitazione. Mathieu Lefevre, il direttore dell’Ong More in Common, che si batte contro la polarizzazione, ha detto che il rischio che alcune società vadano incontro all’apatia è maggiore rispetto alle possibilità di eleggere un capo di governo estremista.
Una delle cose che tiene insieme le società europee è che gran parte delle persone si informano attraverso la tv di stato. In Gran Bretagna il 100 per cento degli adulti usa la Bbc ogni mese. La gente si lamenta della Bbc, ma la maggioranza si fida. Johnson è stato coinvolto in moltissimi scandali, ma nessuno ha sostenuto che fossero tutte ‘fake news’. Anche in Brasile molti dei sostenitori di Bolsonaro ora lo vedono per quello che è: è crollato nei sondaggi dopo avere gestito male il Covid-19. I politici anti establishment fuori dagli Stati Uniti generalmente pagano a caro prezzo il malgoverno.
C’è una lezione più ampia. Gli esperti spesso si basano sul caso americano, quando in realtà questo rappresenta un’eccezione tra le democrazie occidentali. La polarizzazione, il tribalismo e le diseguaglianze economiche sono peggio rispetto al resto del mondo. Tuttavia, visto che il dibattito internazionale è dominato in gran parte dalla stampa angolofona e dagli accademici delle università americane, a volte finiamo per discutere dei problemi di Washington come se affliggessero tutto il mondo sviluppato. Invece, in una versione rivista dell’eccezionalismo americano, dovremmo riconoscere che gli Stati Uniti sono un caso particolare, e prepararci a far fronte al collasso della democrazia americana”.
(Traduzione di Gregorio Sorgi)


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