L'antisemitismo, da delirante, è diventato virale grazie alle celebrities

Nell’ultima guerra a Gaza abbiamo visto tanta gente in occidente gridare “Palestina libera, dal mare al fiume”

Nel luglio 2005, Mohammed Bouyeri è stato processato per l’omicidio di Theo van Gogh. Un anno prima aveva sparato otto volte a Theo in una strada di Amsterdam, alla luce del sole, e poi aveva tentato di decapitarlo. Il crimine di Theo, per il quale Bouyeri ha ricevuto l’ergastolo, era molto semplice: aveva scelto di dirigere un film, “Sottomissione”, che parlava del maltrattamento delle donne nel mondo islamico. Avevo scritto la sceneggiatura del film quindi Bouyeri ha lasciato un appunto sul petto di Theo quando lo ha ucciso, annunciando che io sarei stata la prossima”. Così inizia l’articolo di Ayaan Hirsi Ali sul sito UnHerd. Durante il processo, Bouyeri non si è mai pentito del suo gesto e anzi ha detto che lo avrebbe fatto di nuovo. Sedici anni dopo, spiega Hirsi Ali, la sua visione islamista ha trovato un grande seguito nel mondo occidentale. Secondo l’attivista somala la narrazione che circonda il conflitto tra israeliani e palestinesi – che viene solitamente rappresentato come un conflitto tra oppressore e oppresso, tra colonizzatore e colonizzato – è pericolosa quanto la narrazione che ha portato Mohammed Bouyeri a uccidere Theo. 

 

Come spiegare il fatto che, dopo il recente conflitto tra Israele e Gaza, gli atti di antisemitismo siano aumentati a dismisura nel mondo occidentale? Dal secondo dopoguerra in poi, l’antisemitismo c’è sempre stato in occidente ma la differenza oggi è che questo pensiero non è più confinato ai margini della società, ma è diventato parte del mainstream. I social lo hanno trasformato in un virus, e hanno normalizzato gli insulti e gli attacchi antisemiti. “Prendete l’esempio di Bella Hadid che ha partecipato a una protesta filo palestinese a Brooklyn, cantando: ‘Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera’ – uno slogan antisemita coniato dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina per sostenere l’eliminazione di Israele. Fino a poco fa questo coro veniva associato a Hamas (…) ma nell’attuale clima isterico viene usato da una delle celebrità occidentali più famose al mondo che si aspetta pure di ricevere un applauso”. Secondo Hirsi Ali ciò che è più allarmante è che Hadid non conosce il contesto e la storia di quel coro; non capisce che sia un invito ad eliminare Israele o a espellere il popolo ebraico. 

 

Secondo Hirsi Ali, il ritorno dell’antisemitismo in Europa non è affatto sorprendente dato che negli ultimi decenni molti ebrei si sono trasferiti dall’Europa all’America perché si sentivano più protetti. Tuttavia, questo mese per la prima volta gli ebrei americani non si sono sentiti al sicuro a indossare la kippah sulla strada per la sinagoga. Per Hirsi Ali questo timore è fondato, dato che gli atti di ostilità contro gli ebrei sono aumentati a dismisura negli Stati Uniti. Secondo l’attivista somala il problema di fondo è che, a differenza del passato, questi gesti di intolleranza non vengono più condannati dall’élite ma vengono trattati invece come atti di eroismo.

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