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fauna d'arte

Convertire l'invisibile in visibile con Luca Pozzi

Francesco Stocchi e Gabriele Sassone

Esistono ancora gli studi d'artista? "Per me lo studio è esploso e vive sul mio cellulare, nel mio computer, nella mia libreria, insieme ad una rete di aziende ed artigiani che connetto a seconda delle esigenze specifiche"

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Fauna d'arte è una ricognizione intergenerazionale sugli artisti attivi in Italia. Ci facciamo guidare nei loro studi per conoscere dalla loro voce le opere e i modi di lavorare e per capire i loro sguardi sull’attualità. Il titolo si ispira a una sezione di Weekend Postmoderno (1990), il romanzo critico con cui Pier Vittorio Tondelli ha documentato un decennio di cultura e società italiana. A differenza del giornalismo e della saggistica di settore, grazie a “Fauna d’arte”, Tondelli proponeva uno sguardo sull’arte contemporanea accessibile e aperto, interessato a raccontare non solo le opere ma anche le persone, il loro modo di vivere dentro l’arte. 

Oggi questo approccio ci permette ancora di parlare degli artisti, ma in futuro anche delle altre figure professionali come critici e curatori, galleristi e collezionisti, con lo scopo di restituire la complessità di un sistema attraverso frammenti di realtà individuali.


 

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Nome: Luca Pozzi

Luogo e data di nascita: Milano, 31-01-1983

Galleria di riferimenti e contatti social:

www.lucapozzi.com

Instagram

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L'intervista

 

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In che modo hai iniziato a fare l’artista?

Da studente a professionista la transizione è stata piuttosto naturale. Facevo mostre mentre studiavo e ho continuato anche dopo. Poi ho vinto qualche premio e alcune gallerie hanno iniziato a chiedermi delle opere per i loro collezionisti, da li in avanti è stato un susseguirsi di sfide sempre nuove.

 

Com’è organizzata la tua giornata di lavoro?

Non c'è una giornata simile ad un'altra. Ma alterno ore di lettura ad ore passate davanti al computer su software di modellazione 3D come Blender e di programmazione come Unity. Cammino molto, mi aiuta a pensare, scrivo un'infinità di messaggi a un'infinità di persone diverse, con cui porto avanti un'infinità di conversazioni in simultanea... da quei messaggi di solito parte tutto: produzioni, mostre, viaggi, interviste, collaborazioni, nuove idee e cosi via.

 

Che cos’è per te lo studio d’artista?

Per me lo studio è esploso e vive sul mio cellulare, nel mio computer, nella mia libreria, insieme ad una rete di aziende ed artigiani che connetto a seconda delle esigenze specifiche. Sono tutti spazi che quasi mai si trovano nello stesso posto ma che hanno un ruolo operativo centrale nel mio lavoro. Poi ho un luogo fisico mio ribattezzato OMUAMUA (come l'asteroide interstellare) che ho Co-Fondato nel 2019 e che si trova in Porta Romana a Milano. OMUAMUA è lo spazio dove tengo le opere fisiche e dove assemblo materialmente nuove mostre prima che partano per musei e gallerie. Allo stesso tempo è una dimensione aperta ad accogliere altre persone all'interno di una comunità che incentiva l'interconnessione e la relazionalità. Lì è dove invito curatori e giornalisti a parlare o dove amici e colleghi mi raccontano le loro ultime scoperte.

   

  

Quale funzione ha l’arte nel mondo di oggi?

In una società predittiva come la nostra, orientata sempre più alla targhettizzazione e alla polarizzazione, il rischio è che si esaurisca l'improbabilità e tutto sembri ovvio ed inevitabile e le minoranze scompaiano, le sfumature scompaiano. L'arte esce dagli schemi e produce aleatorietà, biodiversità. A volte questo viene scambiato come ermetismo o “non-sense” ma a me piace pensare che si stia contribuendo alla creazione di nuovi gradi di libertà a livello sociale, procedurale e disciplinare. Questo rappresenta letteralmente nuovo ossigeno ed è il cuore, a mio avviso, di un mondo sano: un mondo fluido che si muove ed accoglie, non un mondo che si irrigidisce di fronte alle diversità e che agisce attaccando e distruggendo per paura di essere attaccati e distrutti. L'arte ha il compito di insegnarci che la stessa cosa può essere vista in mille modi diversi e che questa diversità è un valore aggiunto, non toglie potere al senso comune, permette di espandere la nostra identità oltre i confini del nostro corpo, del nostro territorio geo-politico, del nostro credo religioso, dei nostri interessi economici.

 

A quali riferimenti ti ispiri?

I miei riferimenti provengono per lo più dal mondo scientifico. Il mio lavoro si nutre di problematiche di Gravità Quantistica e Cosmologia Multi-Messaggera per questo mi definisco anche mediatore-interdisciplinare. Ho avuto la fortuna di frequentare il CERN di Ginevra, il Perimeter Institute in Ontario, l'Albert Einstein Institute di Berlino, La Penn-State University negli Stati Uniti ed altri Templi della fisica teorica e sperimentale contemporanei. In questi viaggi ho conosciuto Carlo Rovelli, Gian Francesco Giudice, Franscesca Vidotto, Lee Smolin, Abhay Ashtekar, Daniele Oriti, Fotini Markopoulou, Alain Connes e molti altri. Loro sono i miei riferimenti, quando penso ad una nuova opera, cerco sempre di pormi le domande emerse dalle nostre conversazioni.

 

Qual è la tua concezione del tempo e come influisce sulle tue opere?

Influscie moltissimo. Cosa sia lo spazio-tempo è una delle domande centrali in tutto il mio lavoro. Ho appena scritto un libro, un Graphic Novel illustrato da Elisa Macellari ed edito da Baopublishing, che si chiama “LOOPS”, che parla proprio di questo. E' ispirato a un'intervista che avevo fatto a Rovelli nel 2010 in una università nel sud della Francia, ma che ho deciso di teletrasportare, attraverso la narrazione del fumetto, in una giungla incontaminata del sud-est asiatico tra foreste di mangrovie, fiumi impetuosi e templi dorati. Non è mai facile mettere in dubbio le proprie convinzioni, figuriamoci se hanno a che vedere con lo spazio in cui viviamo e il tempo che abbiamo a disposizione nella nostra vita per crescere, amare, scoprire, gioire eccetera. Le mie opere tentano di resitutire un'immagine dello spazio-tempo diverso da quello di Newton e di Einstein, quello che immagino, grazie ai racconti degli scienziati, è uno spazio-tempo quantistico che non esiste a priori, ma che emerge da un sistema connettivo di nodi privi di materia, che nasce dall'interconnessione di anelli molto più piccoli di qualsiasi particella attualmente osservabile.

   
Come fai a convertire l'invisibile in visibile?

Utilizzo quello che ho a disposizione ma ricercando nuove associazioni di senso. Attraverso l'uso di metafore e analogie, o semplicemente traslando e connettendo comportamenti che accadono su un piano ad un altro. Se capisco, per esempio, la transizione dell'acqua da stato solido, liquido e gassoso, allora posso immaginarmi come, al variare della temperatura, altri sistemi possano apparire completamente diversi pur mantenendo intatta la loro sostanza. Le mie opere sono questo: configurazioni diverse della stessa sostanza che cambiano di stato e non fanno altro che saltare costantemente da una dimensione all'altra, da un linguaggio ad un'atro. Ho iniziato saltando personalmente, fotografandomi in volo di fronte alle opere rinascimentali di Paolo Veronese in giro per il mondo...Poi ho utilizzato campi elettromagnetici per fare levitare oggetti nell'aria e creato Video Games dove lo spettatore si può immergere completamente a sei gradi di libertà e fluttuare tra le stelle. Attualmente ho una mostra al Museo del Novecento di Firenze (aperta fino al 13 settembre) dove è possibile accedere, attraverso un visore di Realtà Virtuale, alla Rosetta Mission 2022, una cometa di 4 chilometri di diametro sospesa nello spazio con sopra installate opere di artisti, scienziati ed attivisti del clima e della gender equality, pensata come una specie di stele di Rosetta digitale contemporanea. I linguaggi si interconnettono, quello che è visibile per uno potrebbe non esserlo per l'altro e viceversa, è per questo che è importante unire i punti di vista. A volte l'invisibile è sotto al nostro naso ma non riusciamo a vederlo perché è troppo vicino...ci serve avere un amico di fronte per sapere se ci è rimasto qualcosa tra i denti.

 

A che cosa stai lavorando?

Guarda ho appena inaugurato una mostra all'archivio Vincenzo Agnetti in via Machiavelli 30 a Milano. Una bipersonale con questo artista eccezionale degli anni '70 scomparso prematuramente all'età di 55 anni. Quando lui ci lasciava nell'81 due anni dopo nascevo io. Con gli eredi abbiamo pensato un progetto dal titolo “La Profezia del Vaso di Petunie” che mette a confronto le nostre ricerche, accumunate da una tensione verso il perfettibile e da un'attrazione innata per le cadute. Lui nel '68 aveva manipolato una calcolatrice dell'Olivetti per liberarla dalla sua funzione matematica e trasfromarla in un generatore di frasi poetiche...io nel 2020 ho realizzato una scultura in bronzo, l'ARKANIAN SHENRON, equipaggiata di un rivelatore di particelle dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, in grado di percepire il passaggio dei Muoni provenieti dallo spazio. L'opera, dotata anche di un'intelligenza artificiale, converte poi la rivelazione in una parola ed ogni 16 rivelazioni forma una frase di senso aperto, quasi divinatorio che viene condivisa sul proprio account Twitter in real time. Queste sono il genere di cose su cui sto' lavorando ultimamente...opere che vivono simultaneamente su più piattaforme: fisiche, digitali e quantistiche. Opere che permettono di correlarci a fenomeni vicinissimi e lontanissimi allo stesso tempo e di farci dimenticare, per un attimo, che non siamo esseri umani che usano l'informazione per i loro scopi, ma che siamo anche noi pura informazione in movimento.

   

Le opere

 

Mentre saltavo davanti alle “Nozze di Cana” del Veronese sentivo gli occhi della Monnalisa di Leonardo su di me. Il Louvre era vuoto, potevo essere li nel giorno di chiusura del museo a fare qualcosa che sapevo non mi avrebbero mai più permesso.

   

“Supersymmetric Partner (Nozze di Cana, Musee du Louvre, Paris), 2009.

Ink-Jet Print su di-bond 3mm, cornice in legno. 220X146 / 120x80 cm ed. 3

Courtesy the Artist. Foto:Luca Pozzi.

 

“Un miracolo è ciò che sembra impossibile ma accade comunque” cit. Griffin da Man in Black 3.

 

“Blazing Quasi-Stellar Object”, 2017.

video podcast CERN Web-site (https://cds.cern.ch/record/2258204/?ln=it)

Courtesy the Artist. Foto:Cosimo Filippini

Lecture performance presso il CERN di Ginevra durante lo spring collaboration meeting di NASA ed INFN.

   

Arkanian Shenron's Tweet (4:46 PM · May 30, 2023) “Free, we must have the quality of the Trust what we see; it is plain that”.

 

“Arkanian Shenron”, 2020.

Una boccata d'arte / Mezzano di Primiero, opera esposta in una grotta ai piedi delle Dolomiti.

Courtesy the Artist. Foto :Valerio Panella

Scultura in Bronzo, rivelatore di particelle (INFN), intelligenza artificiale, connessione internet, account twitter (https://twitter.com/arkanianshenron), sito internet dedicato. Dim.70x40x35 cm (www.arkanianshenron.com)

    

Il 4 luglio 2012 al Large Hadron Collider, il grande acceleratore di particelle installato al Cern di Ginevra, venne rivelata la scoperta della più suggestiva delle particelle elementari, il bosone di Higgs grazie al quale ogni cosa ha una massa.

 

“Detectors series”, 2015.

Palline da ping-pong magnetizzate, alluminio mandorlato anodizzato, fili, ventose.

175x175x15 cm cad.

Vista dell'installazione presso Federico Luger Gallery, Milano.

Courtesy the Artist. Foto:Cosimo Filippini.

    

La notte di Natale del 2019 ho rilasciato gratuitamente un'applicativo di realta' aumentata che permette di evocare dodici sculture digitali presso la Pinacoteca di Brera di Milano. Il risultato e' una collezione oscura che diventa visibile solo attraverso l'osservazione attiva e consapevole dei visitatori muniti di smartphone. In alcuni, strategici spazi vuoti lasciati liberi dai capolavori del Rinascimento, appare una specie di pallina da tennis ovalizzata dalla velocita', un terzo occhio spalancato sulla fisica oltre il modello standard.

 

“Dark Collection - Brera”, 2019.

Third Eye Prophecy Augmented reality event, tra Andrea Mantegna (Madonna col Bambino)e Giovanni Bellini (Madonna Greca).

Courtesy the Artist. Foto: Floriano Priori.

     

Ricordo Jole De Sanna (mia docente di sotira dell'arte in accademia) dire che Caravaggio non avrebbe mai potuto dipingere in quel modo il pane sulla tavola della “Cena in Emmaus” se non avesse conosciuto i diari sulle fasi lunari di Galileo Galilei. Quel pane non è solo un pezzo di pane è anche un pezzo di luna.

 

“Rosetta Mission”, 2022.

Game Engine Unity, VR station, Tappeto serigrafato da collage digitale, dimensioni Variabili.

Vista della mostra “The Messages of Gravity” presso il Museo del Novecento di Firenze.

Courtesy the Artist. Foto: Museo del Novecento.

    

Arkanian Leonardo's Tweet (1:20 AM · Apr 29, 2023)“Amounted to a perfectly definite time ,T, to Inca pertinence or laurel. what hart is so”

  

 

“Arkanian Leonardo”, 2021.

Vista della mostra personale Hyperinascimento presso la FMAV (Modena).

Courtesy the Artist. Foto:Michele Alberto Sereni.

Scultura in Alluminio lucidato a specchio, rivelatore di particelle (INFN), intelligenza artificiale, connessione internet, account twitter (https://twitter.com/ArkanianLeonard), sito internet dedicato. Dim.116x50x50 cm (www.thearkanians.com/leonardo/)

     

La Cappella Sistina rappresenta l'interconnessione di quattro anelli temporali, quello della genesi, quello dell'antico e del nuovo testamento e quello del giudizio universale.

  

“Dark Collection – Sistine Chapel Markers series”, 2020.

Applicativo android di Realta' aumentata, elementi in stampa 3D di PLA, Alucobond, magneti al neodimio, sculture digitali, fili, ventose, palline da ping-pong colorate. Dim. Variabili.

Vista della mostra personale Hyperinascimento presso la FMAV (Modena).

Courtesy the Artist Foto: Michele Alberto Sereni.

  

“Oh no! Un'altra volta.” Cit. Douglas Adamns (Vaso di Petunie / Guida Intergalattica per autostoppisti).

 

“La Profezia del Vaso di Petunie”, 2023.

Progetto di mostra presso l'Archivio Vincenzo Agnetti. Opere di Luca Pozzi e Vincenzo Agnetti.

Courtesy the Artist & Archivio Vincenzo Agnetti. Foto: Luca Pozzi.

   

“Il mondo è fatto di reti di baci non di sassi” cit. Carlo Rovelli. Da un'intervista con Luca Pozzi.

“LOOPS”.

Graphic novel stampato in quadricromia su carta Amber Graphic. Edizione Italiana Baopublishing.

Scritto da Luca Pozzi, illustrazioni di Elisa Macellari. Tiratura prima edizione n.3000 copie.

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